Regia di Gianni Toti vedi scheda film
E' un'accozzaglia di episodi con protagonista (o ai margini) San Paolo, vagamente ispirati agli Atti degli Apostoli. La trama non c'è, i dialoghi sono enigmatici o assurdi, lo stile è frammentato e destrutturato (come bisognava fare in quegli anni). A tratti si odono frasi della Sacra Scrittura però storpiate nel significato. Persino il sonoro è usato in stile futuristico, nel senso di vicino al Futurismo: rumori inspiegabili si sovrappongono alle scene o sopra due scene ambientate in luoghi diversi. Il montaggio è in molti tratti un cavallo imbizzarrito che scalcia e corre senza criterio. In certi episodi lo stile delle inquadrature è copiato con carta carbone da quello di Pasolini, cioè è così uguale a quello da infastidire. Di spiritualità o di fede neppure l'ombra. In questa brodaglia l'uso di un'ambientazione a tratti moderna, con automobili e oggetti dell'epoca presente, finisce per passare in secondo piano.
Giustamente il regista definì la sua pellicola un non-film. Unica nota positiva dell'opera sono le voci: sono ottime e provengono dai migliori doppiatori dell'epoca.
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