Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Sulla falsa riga della saga di "Poveri, ma belli", questo film che parte un po' anonimamente ed in sordina, mi ha divertita più di quel che ritenessi possibile. Dopo un inizio un po' lento e scialbo infatti, acquista gradualmente spessore offrendo una trama scontata e poco ispirata sì, ma comunque gradevole e ricca di simpatia, con dialoghi discreti e luoghi comuni portati sullo schermo abbastanza decentemente mentre esaltano in maniera furba il valore del matrimonio e del raggiungimento della maturità maschile.
I due protagonisti maschili fanno il verso ai bulletti della saga prima citata diretta da Dino Risi, però non sono esattamente come loro perchè uno è molto più bacchettone ed innocuo di Salvatore e l'altro è molto più spaccone e cinico di Romolo. I personaggi dunque appaiono tutti ben caratterizzati ed abbastanza divertenti (anche quelli femminili, con un plauso in modo particolare a quello lezioso e svampito interpretato da Franca Badeschi che più che innamorarsi di un certo tipo d'uomo, s'innamorava di un certo tipo di mestiere da loro svolto) e la presenza di Memmo Carotenuto e di Valeria Moriconi nel cast, rappresentano un valore aggiunto. La regia svolge un lavoro genuino, di facile intuizione, ma non inconsistente o trascurabile e la messa in scena è convincente quanto basta, nonostante dinamiche di trama assai semplici governate da uno stile un tantino naif ed offre una discreta dose di intrattenimento, soprattutto dopo il primo tempo. Simpatiche le vicissitudini di Aldo quando si fa infilare delle manette per gioco e per conquistare l'amore di una donna sposata che non se lo fila affatto. Un film a mio avviso discreto nella sua semplicità.
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