Regia di Dylan Kidd vedi scheda film
Il problema di fare di un personaggio sgradevole il protagonista di un film, è che – se non si fa attenzione – si rischia di fare un film sgradevole.
Così le scene iniziali di Roger Dodger costringono lo spettatore a sorbirsi un quarto d’ora - come minimo - di dialoghi insulsi e per niente divertenti (a parte qualche timida battuta, capitata lì per caso). Un quarto d’ora dopo il quale il film perde abbondantemente d’interesse: nel momento in cui arriva il nipote, qualunque cosa dirà lo zio/protagonista non può che risultare ovvia, oltrechè sgradevole e respingente. I dialoghi sono serrati ma tutt’altro che brillanti, e si sorride sì e no tre-quattro volte in tutto il film. Il resto è abbastanza deprimente… Peccato, poteva essere molto meglio.
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