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Roger Dodger

Regia di Dylan Kidd vedi scheda film

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HAL70

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La recensione su Roger Dodger

di HAL70
6 stelle

E' il classico film indipendente americano, molto parlato(ma prevale il monologo sul dialogo),con personaggi adeguatamente nevrotizzati ed insteriliti dalla frenetica vita di New York.La figura dello zio donnaiolo,Roger appunto,assume ben presto lo status del mentore improbabile per il sedicenne in cerca di una strada o, forse, di un affetto vero(sua mamma,sorella di Roger,è una povera alcoolizzata).In una notte,dopo aver demistificato la propria professione di pubblicitario("facciamo soffrire la gente per indurla a colmare il vuoto con orribili pantaloni"),Roger porta con sè il ragazzo,mostrandogli i trucchi per catturare l'attenzione femminile avendo ben presente lo scopo primo di quest' attività:fare,comunque, sesso.E allora ci lasciamo condurre in bar a cavallo fra l'happy hour e le imprevedibili derive della notte,a casa del capo-amante donna di Roger,una assertiva Isabella Rossellini non più disposta a privilegiare il suo copywrighter sui generis solo per qualche ora di sesso e di stordenti esibizioni affabulatorie dell' uomo;poi,passando le ore,giunge il momento di confidenze e primi baci "veri" che il giovanotto avrà la fortuna di condividere con una sempre più affascinante Jennifer Beals(capace di indurre interesse per la sua appena accennata descrizione di una fellatio!).Tutto parrebbe terminare con un sesso a pagamento in un postribolo clandestino che più non si può ma,forse per istinto similpaterno forse per semplice invidia dell'innocenza e del desiderio fresco del nipote,"svicolone"Roger interrompe quest' epilogo e consegna se stesso ad un triste e malinconico finale.Certo,i nipoti continueranno a frequentare il liceo(potendo contare sulle lezioni impartite da Roger e su apposite ripetizioni fatte ad uso dei maschietti della classe!)e anche il senso della famiglia potrà per un attimo ricomporsi.Roger ora può cercare altri lavori,altre donne,altre storie da raccontare o teorie create per stupire( l' evoluzione darwiniana tesa alla soppressione del genere maschile!).
Il film scorre piacevole,a patto di lasciarsi trascinare dalla funzione diegetica della bulimia verbale di Roger,e alcune non banali note sul cinismo necessario,sull'amore come rischioso salto nel vuoto (ma unica,ineludibile ragione per resistere a tutto e a tutti)e sul resistibile fascino dell' acculturazione disperata rendono il film utile a capire lo stato dell'arte dell'intellettualità americana dopo le Torri e le guerre pseudoumanitarie.
Eisenberg è ligio al ruolo,Campbell Scott crea un personaggio da ricordare,tra gli echi di Wonder Boys(misconosciuto film malinconico,autunnale di Curtis Hanson)e le più note significazioni alleniane.

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