Regia di Dylan Kidd vedi scheda film
Un tempo le commedie - anche quelle più acide - facevano uscire col sorriso sulle labbra, magari abbozzato, ma sempre un sorriso era. Curioso che oggi una storia come quella di questo film (l'insegnamento dei segreti del sesso metropolitano ad un ragazzino da parte dello zio fanfarone), venga raccontata con una certa attenzione ai personaggi, ma descrivendo da subito il protagonista come un essere abbastanza schifoso - e non divertente - e inanellando poi una serie di situazioni talvolta un po' grevi e talvolta davvero scontate. Si ride poco e l'impressione è quella della tristezza da hang-over, solo che questa non è l'impressione (e sarebbe stato giusto) solo della parte finale, ma il fiato pesante in bocca lo si avverte fin dall'inizio. In questo cotè, anche se uno spandesse battute a raffica -cosa che qui non succede - non cambierebbe molto. Un peccato perché si resta un po' sospesi, e le cose belle di questo esordio (ce ne sono parecchie) sono sprecate. La regia fa di tutto per farci capire che siamo in un film indipendente, cosa di cui francamente non si sentiva la necessità.
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