Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Due sposini prossimi all'altare; lui scopre che lei all'anagrafe risulta già sposata. Il matrimonio salta, la coppia si reca nel paesino di origine della ragazza e scopre che il suo presunto marito si trova in analoga situazione, con un matrimonio in fieri e destinato a non realizzarsi. Ogni equivoco si spiegherà con un errore - volontario - dell'impiegato dell'anagrafe.
Commediola leggera leggera che rispecchia il (meglio del) cinema nostrano del 1943: in anni di guerra mondiale, di scarse possibilità economiche e di rinunce artistiche, Carlo Ludovico Bragaglia scrive e dirige una storiella sentimentale e al tempo stesso comica, capace di rasserenare e far sorridere gli spettatori. Oltrettutto ha dalla sua un cast di ottimo livello, con Aroldo Tieri, Vera Carmi, Leonardo Cortese, Sergio Tofano e, in un ruolo quantitativamente marginale, ma fondamentale per la trama, Eduardo De Filippo; le pretese sono poche e il risultato è facilmente garantito. Certo, Il fidanzato di mia moglie risulta oggi una pellicola datata e insipida, in cui si salva soltanto il mestiere di chi vi ha preso parte; ma, inquadrata nel contesto storico e sociale di appartenenza (una commedia degli equivoci su una coppia di sposi, il tema della bigamia...), pare opera già più significativa, con oltrettutto la non piccola ambizione di portare sollievo a un pubblico colmo di preoccupazioni (se non tragedie) quotidiane. La rapidità con cui il film è stato assemblato è testimoniata anche dal fatto che in quello stesso anno Bragaglia giunge in sala con cinque-titoli-cinque. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta