Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: ROMEO È GIULIETTA.
E bravo Giovanni Veronesi, grazie alla nuova musa ispiratrice secondo me può intraprendere una nuova fase della sua carriera fatta di storie ben scritte e soprattutto ben interpretate dal cast a disposizione.
Se con Romantiche si travestiva in una sorta di Pigmalione che con la sua penna e la sua esperienza dava a questa bravissima attrice di belle speranze che porta il nome di Pilar Fogliati, la possibilità di esordire sia come regista che come attrice a tutto tondo creando una rappresentazione di una certa Roma attraverso i suoi personaggi. (Un esordio che ha ricordato la collaborazione tra Sergio Leone e Carlo Verdone.)
Con Romeo è Giulietta, Giovanni Veronesi sembra rinato e ispirato un po’ come il personaggio di Federico Landi Porrini.
Veronesi col suo film non pone solo l’accento sulla congiunzione che lega i protagonisti della più bella storia d’amore mai scritta per il teatro, ma prende la palla al balzo per porre l’accento su come si è evoluto il mestiere dell’attore nell’epoca dei social e del follower, di come i tempi lunghi del teatro si contrappongano ai tempi veloci delle stories di TikTok.
Romeo è Giulietta è la storia di un doppio riscatto personale e generazionale.
Da una parte abbiamo Federico Landi Porrini, il più grande regista teatrale vivente o almeno come lui si definisce.
Un regista che ha fatto la sua epoca, che ha rappresentato un grande Don Chisciotte, ma che piano piano non si è adeguato ai cambiamenti del tempo. Il film si apre proprio con un suo monologo dove cerca di convincere i finanziatori e gli organizzatori del Festival di Spoleto del perché rappresentare proprio oggi una nuova versione di Romeo e Giulietta. Perché sarà la sua opera d’addio e di conseguenza sarà la cosa più innovativa mai vista (cosa non si dice per lavorare).
Dall’altra abbiamo Vittoria Mengoni, una talentuosa attrice che si è macchiata di una grave colpa ossia di spacciare per suo un monologo di una collega cilena facendosi terra bruciata intorno a sé.
Vittoria ha bisogno di lavorare e vede in questo provino per Romeo e Giulietta la sua possibilità di riscatto.
E invece nonostante la convincente messa in scena (bellissimo il parallelismo tra la sua interpretazione e quello di sua nonna, nota attrice, che cerca di spiegare al meglio il personaggio di Giulietta), la sua fedina penale sporca ha la meglio e viene cacciata in malo modo in quanto ladra.
E così per puro spirito di rivalsa, con l’aiuto di una sua amica truccatrice appena licenziata proprio da Landi Porrini, si fingerà uomo e supererà il provino di Romeo (provino da poco fallito dal fidanzato).
Inizia così una sorprendente commedia degli equivoci caratterizzata anche dal fatto che il fidanzato di Vittoria (un chiaro omaggio ad un grande film sulla sessualità nascosta come Victor Victoria) è stato richiamato per interpretare Mercuzio.
La Vera grande forza di Romeo è Giulietta, oltre ad una sceneggiatura di ferro scritta dalla famigerata coppia, è proprio la scelta del cast ottimamente diretto da Giovanni Veronesi.
Era da Caterina va in città che non vedevo un Sergio Castellitto così in parte, poteva gigioneggiare facendo la versione teatrale di Renè Ferretti. Invece mette in scena un personaggio che è la somma dei tanti registi che avrà incontrato nella sua vita. Un personaggio egocentrico ed ego riferito che succhia l’anima dal suo compagno di vita (interpretato da un superlativo Massimo Lombardi) ma che al tempo stesso senza di lui sarebbe solo con le sue debolezze e fragilità.
Pilar Fogliati, dopo Romantiche, si conferma come un’interprete poliedrica. Non era semplice risultare credibile in questo suo cambio d’abito. Invece il suo Otto Novembre ricorda il magnetismo di un giovane Adrien Brody.
Azzeccata la scelta di affidare a Domenico Diele il ruolo di Rocco, il fidanzato di Vittoria. Diele, che ha vissuto sulla sua pelle tutti gli errori degli eccessi che questa professione ti può donare, ha portato tutto il dolore del suo vissuto per interpretare il suo personaggio.
E in questo film, decisamente molto più bello del trailer che lo accompagna, trovano spazio due camei di lusso come quello di Margherita Buy (che ricorda a tutto il mondo come si fa l’attrice) e di Alessandro Haber impresario alle prese con i soliti problemi economici (chiaro omaggio al suo personaggio interpretato nel Ciclone).
Da questo connubio Veronesi/Fogliati, il regista toscano ne è uscito meravigliosamente bene e speriamo sia l’inizio di una nuova vita artistica.
Proprio come quella di Federico Landi Porrini.
Voto 7
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