Regia di Ettore Scola vedi scheda film
inizia ad una festa comunista, dove il muratore oreste ha un capogiro e si deve accasciare su un mucchio di macerie. adelà dal calcinculo lo vede e ne viene rapita. da qui partono i ricordi della cronaca che lo spettatore ha con i fatti. sono cronache di una città invasa dalla sporcizia e dalle cartacce, dove il traffico automobilistico ha ormai reso una delle città più belle in assoluto un sito infernale. e non per niente lo psicopompo dell'amore impossibile tra adelà e oreste è un moscone... proprio di quelli grossi e grassi che prosperano nelle discariche o sulle merde. per me dramma della gelosia è un tassello molto importante nella mia formazione cinematografica. un tassello imprescindibile della mia passione cinematografica, oltre naturalmente ad avere dato a marcello mastroianni, uno dei ruoli più belli e significativi della sua lunga e gloriosa carriera. oreste è una figura che vive da succubo i suoi tempi. partecipa attivamente ai disordini politici di quegli anni, prendendo un sacco di botte. subisce un matrimonio con una donna ben più anziana di lui per pietà e per non rimanere solo, fino a quando adelà non decide che oreste è "l'omo dela vita mia". oreste si trasforma per un pò partecipando attivamente alla propria vita, tralasciando quella politica e dei compagni e opprimendoli allo sfinimento con adelà e la loro storia prima e dopo. adelà invece è la vitti, trasformata definitivamente in maschera tragicomica tra le più menate del cinema italiano. la sua comicità sta nell'essere una figura malinconica e tragica allo stesso tempo. "ma che state a guardà" urlato all'inizio quando chiede agli spettatori se hanno mai amato e sofferto per amore è il bignamino del suo ruolo in questa cronaca. sono morta per mano dell'omo mio, del "te possino ammazzatte, perchè a te, te amo de ppiù" se non lo capite, non potrete mai apprezzare questo film. non un film politico, anche se in una scena i carabinieri si travestono da netturbini e si mischiano ai manifestanti, con oreste che apprezza il vederli finalmente per strada a ripulire. film fatto di figure tipo, di clichè come la sorella di adelà, interpretata dalla merlini, tanto timorata di dio, quanto battona di strada. caratteristi come il portantino che trasporta adelà tutte le volte che torna in ospedale corcata. o come quello che le chiede se l'hanno sfreggiata quando raggiunge nello all'ospedale pure lui, tutta in ghingheri per il matrimonio con il macellaro arricchito. e film di batute folgoranti, una su tutte, quando oreste e adelà che festeggiano la loro relazione in discarica lei dice a lui: "chiedimi quello che vuoi" e oreste le si getta addosso tutto focoso e le dice: "alle prossime elezioni vota comunista". un film che amo per la musica immortale di trovajoli di loro innamorati che si rincorrono sulla spiaggia tra bottiglie, carcasse e merde di vacca e per uno dei finali più strazianti di sempre. oreste vorrebbe morì. carcerato esce e in una strada trafficatissima di roma si accompagna al fantasma di adelà che solo lui vede e poi si ferma in mezzo alla strada e fa un'invettiva contro le autorità che hanno trasformato il cuore di una delle meraviglie del mondo in un carosello infernale per le macchine di gianni agnelli.
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