Regia di Ettore Scola vedi scheda film
I magnifici anni 70 di Scola partono da qui,prima del trittico d'oro "C'eravamo tanto amati" "Brutti sporchi e cattivi" e "Una giornata particolare", le pietre miliari della sua carriera che in un certo senso daranno una svolta al cinema italiano,il regista avellinese affonda la mano sulla commedia dei sentimenti.La gelosia ne è il tema o il dramma portante di un film che calca temi tanto cari al regista,come la politica e le vis grottesche del suburbio romano."Dramma della gelosia" puo' essere considerato a tutti gli effetti come la punta dell'iceberg del cinema "Scoliano",da qui partono le tematiche di una commedia atipica,dal sapore grottesco,di una societa' rivoltosa e ribelle,pulsante negli splendidi protagonisti Mastroianni,Giannini e la splendida Vitti.Una commedia pungente,ironica e melo' che spinge l'accelleratore sulla societa' sessantottina,di "sovversivi" che credono nelle utopie e negli ideali.Il centro di tutto è pero' una storia di passione,di cuore:un "mènage a tre" che si consuma tra i proletari di una volta,muratori,fiorai e pizzaioli toscani.La gente di un tempo,di facce "brutte,sporche e cattive",di cui Scola ci lascia assaporare il "profumo" e "schifare" del sudicio imperante.In "Dramma della gelosia " si denotano gia' punte dei capolavori futuri di Scola,la passione e l'idealismo di "C'eravamo tanto amati" e il gottesco delle borgate di "Brutti sporchi e cattivi".E' ovvio che siamo lontani dal tocco registico maturo di meta' anni settanta,ma questa pellicola è godibile sino in fondo,nell'ironia amara di cui sono intrisi gli abitanti del suburbio,e nella splendida idea di lasciar narrare la vicenda dalla voce roca e "romanaccia" della Vitti.La donna del film è stupenda,una proletaria romantica,fragile e ruspante,una tipica "eroina" delle borgate,che si abbandona ad una passione che la travolgera'.Ottimi i due protagonisti maschili,in cui giganteggia Mastroianni,buzzurro ignorante,un "comunistone" fino al midollo,un "Mazzatella" dal sapore politico ch esi contende la scena con un giovane Giancarlo Giannini,atipico toscano,viveur.....che la Wertmuller trasformera' in meridionale da "onorata' societa'".Un film malinconico,mirabile nella sceneggiatura....uno scritto forte e sagace che coinvolge alla grande,nel turbinio da "monezzaio" dove si consumano passioni adultere.Scola è partito nel 1970 col "piede" (o piu' la mano) giusta,nell"'impastare" gli ingredienti dell'italiano "popolare" (o del popolino):passioni,amori,ideologie,satira sociologica,temi da grande cinema che oggi si lascia rimpiangere alla GRANDE......voto 7/10.
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