Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Dopo avere fornito a Dino Risi il copione per STRAZIAMI, MA DI BACI SAZIAMI, Age e Scarpelli scrivono insieme a uno dei loro collaboratori storici, Scola, questo DRAMMA DELLA GELOSIA, utilizzando, grosso modo, gli stessi codici. I personaggi del film, infatti, parlano come fossero personaggi dei fotoromanzi ("abbiamo infranto le regole dell'amore!" esclama la Vitti) imbevuti di testi da canzonetta sanremese. In più, costruendo la trama come un lungo interrogatorio del commissario di polizia intervenuto sul luogo dell'omicidio, molte parti sono narrate secondo lo stile di un verbale poliziesco, con effetti indubbiamente comici. L'ambientazione proletaria è piuttosto riuscita, anche se non è raggiunto pienamente l'obiettivo di mettere in parodia gli scenari che sottofondavano i film neorealisti (tutti quei manifesti che si vedono all'inizio sembrano rimandare a LADRI DI BICICLETTE). Scola comincia qui a girare scene a margine delle feste dell'Unità, come farà, con maggior fortuna in C'ERAVAMO TANTO AMATI, sebbene, e mi sembra un peccato, il retroterra politico, abbastanza forte all'inizio del film (quando la Vitti dice a Mastroianni "chiedimi qualunque cosa!", lui risponde "domani vota comunista!"), si perda con il procedere della vicenda. Mastroianni, recitativamente parlando, è la consueta sicurezza, Giannini funziona in un ruolo ineditamente comico, mentre la Vitti comincia ad abusare del suo personaggio perennemente fragile e destinato a fare, involontariamente, del male a sé stesso e agli altri.
Un non giovanissimo operaio comunista, sposato con una donna più anziana di lui, conosce una giovane fioraia e se ne innamora. Questa, a sua volta, s'invaghisce di un pizzaiolo toscano suo coetaneo. Il ménage a tre avrà un esito tragico.
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