Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Il maestro Ettore Scola prende le misure del bellissimo "C'eravamo tanto amati" di quattro anni dopo con un film irriverente e divertente, grazie ad un cast azzeccato e ad un insieme di comprimari che sono un film nel film
Gustoso, spesso sopra le righe, con comprimari che sono un film a parte per l'ottima caratterizzazione che ne fa il maestro Scola (dal macellaio arricchito ai portantini dell'ospedale, dagli zingari ai camerieri della pizzeria), ma soprattutto con un trio di protagonisti (Vitti, Giannini e Mastroianni) perfettamente amalgamati tra di loro. Un film che difficilmente ci si stanca di rivedere, con quel gusto picaresco per l'esagerazione dei tipi umani, e la capacità del regista di pre-vedere l'imminente rivoluzione del costume, accennando anche ad un rapporto a tre abbastanza audace anche per l'Italia post-sessantottina, quantomeno se si rimane nell'ambito del proletariato a cui appartengono Oreste, Adelaide e Nello. E poi il privato che si fa pubblico, l'aggancio alla lotta di classe che il comunista Oreste cercherà di mischiare con il dramma personale di un amore turbolento, nell'indifferenza infastidita dei suoi compagni di lotta. Scola tornerà sui suoi passi con il capolavoro "C'eravamo tanto amati", ma qui si può dire che abbia egregiamente preso le misure alle tematiche del cuore a lui tanto care, ma con un tocco di trasgressione e di irriverenza decisamente azzeccate e gustosamente dissacrati.
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