Regia di Maria Virginia Onorato vedi scheda film
Una donna viene misteriosamente uccisa. Il marito, pittore, tentando di far luce sui possibili segreti della moglie, esamina le numerose videocassette da lei girate, nella sua vita di tutti i giorni. Molti dettagli inquietanti vengono a galla.
Maria Virginia Onorato, qua e là attrice in pellicole di secondo piano, nel 1974 scrive soggetto e sceneggiatura del suo primo film come regista. Peccato non ne siano seguiti altri, nonostante L'ultimo uomo di Sara sia un prodottino evidentemente a basso costo (ma non infimo) e più desideroso di farsi notare che effettivamente valido o efficace. Ciò a dire che la storia è tutt'altro che banale, ma forse tirata un po' per i capelli, estremizzata nella sua componente psicologico-voyeuristica, mentre l'approccio cronachistico, fondamentale dati gli argomenti in ballo, risulta un po' distante, blando; allo stesso modo la forma estetica grezza non è comunque un grave danno per un film che sostanzialmente si basa su una serie di riprese amatoriali, al centro della trama. Viene così da pensare che forse l'opera pecchi principalmente di ingenuità e magari nei successivi tentativi la Onorato avrebbe potuto centrare meglio il suo obiettivo. Che qui non è roba da poco, visto che si parla del terrorismo stragista che imperversava in quegli anni nel nostro Paese; ma la vicenda si fa traballante appena si allontana dalla cronaca, come detto, per piombare nella pura fantasia. Il fratello della regista, il più noto Glauco (anche famoso come doppiatore) è in uno dei ruoli centrali; al suo fianco anche Rosemary Dexter, Oddio Bracci, Verena Volontè (moglie di Claudio Camaso, cioè Volontè, cioè fratello di Gian Maria), con una particina per il caratterista Enzo Robutti. Due collaboratori tecnici spiccano su tutti: Ennio Morricone (colonna sonora) e Silvano Agosti (montaggio). 3,5/10.
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