Regia di Stuart Paton vedi scheda film
La pellicola dello scozzese Stuart Paton, del 1916, è successiva di nove anni rispetto a quella di Georges Méliès, una differenza che, agli albori di un cinema in rapida evoluzione, se non per tre, andrebbe almeno moltiplicata per due; si parla di un investimento di oltre 200.000 dollari per un film che sicuramente ebbe tutti i crismi del colossal ma che non raccolse, sia in termini di incassi che di successo di pubblico, i risultati sperati.
Certamente però gli spettano le migliori credenziali per quelle che furono le prime riprese subacquee dell'epoca, effettuate tramite un marchingegno costruito ad hoc e chiamato Photosphere, guidato da uno degli allora più celebri ed indiscussi principi della fotografia filmica ma non solo, di origine italiana, Eugene Gaudio, di cui potrete leggere la stupenda storia, se lo vorrete, nell'interessantissimo oltre che ben strutturato articolo dedicatogli da I calabresi (https://icalabresi.it/cultura/eugene-gaudio).
La pellicola in realtà mette insieme due libri di Verne, le 20000 Leghe sotto i mari e L'isola misteriosa, risultandone però alla fine un po' troppo appesantita e farraginosa, intricata nel suo farsi ma che sicuramente merita di essere vista ed apprezzata rispetto ad un Cinema ancora in evoluzione e che doveva forse ancora prendersi le giuste misure, certo, questo, visto con gli occhi di oggi.
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