Regia di Steve Oedekerk vedi scheda film
L’operazione di Steve Oedekerk somiglia, in qualche modo, a quella sperimentata da Carl Reiner per “Il mistero del cadavere scomparso”. Nel film, diretto da Reiner nel 1982, un investigatore privato (Steve Martin) interagisce nella sua indagine con gli attori e le situazioni di celebri film noir degli anni ‘40; in “Kung Pow” il protagonista, come una Mia Farrow del kung fu, entra nel 1976 in un film di arti marziali made in Hong Kong, “Tiger & Crane Fists”. L’integrazione del corpo estraneo (e abbastanza improbabile) negli schemi parossistici ed esagerati di quel filone che ha influenzato il cinema d’azione contemporaneo ha costretto il regista-produttore-interprete a smontare il film originale, a girare nuove scene, ad approntare un doppiaggio inedito, a spremere i macchinari del digitale. Il risultato è una parodia stiracchiata e tediosa. Con battute “sceme & più sceme”. Oedekerk ambiva a realizzare un film vecchio e scadente ed è riuscito, nell’accezione peggiore, a dare concretezza a entrambe le aspettative. Personaggio dal curriculum variegato (sceneggiatore, e non solo, di “Ace Ventura”, “Il professore matto”, “Patch Adams”), si fa rubare la scena anche da una mucca pezzata. Franchi e Ingrassia in un giochino come questo avrebbero fatto scintille.
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