Regia di Maura Delpero vedi scheda film
Opera calma e sincera, appoggiata attorno alle Dolomiti, di cui, i personaggi, paiono quasi propaggini rocciose, uomini e donne di altra natura oltre che di altro tempo. "Vermiglio" è un "Heimat" nostrano, solo velato dalla vicenda di Lucia, giovane sposa sfortunata, a cui il film affida un melodramma trattenuto, unica traccia di trama importante. Ma è attraverso le piccole vicende quotidiane di una comunità montana vicina a quella contadina dell'Olmi de "L'Albero Degli Zoccoli", anche per l'uso intensivo del dialetto, (il film è interamente sottotitolato), che "Vermiglio" respira e si nutre, restituendoci un'Italia segreta, a cavallo della fine della seconda guerra mondiale: una guerra che ha il solo rimando nelle vicende di due soldati, disertori, che finiranno per scompigliare la famiglia protagonista della storia raccontata. Un film dominato dalla natura, dal suo passare di stagione in stagione, che veglia su ogni protagonista, attutendo suoni e rallentando il tempo, al netto dei piccoli e grandi accadimenti personali. Un'opera bella e "fuori" dal nostro contesto cinematografico, che non ha furbizie, scorciatoie: anche perchè questo non è un film per tutti, con il suo passo lento, a volte troppo, che ambisce a un'empatia importante. Opere come queste sono ormai rarissime: mi sovviene sono il Cinema di Diritti (specialmente "Il Vento Fa Il Suo Giro") o l'ultimo Olmi. Bravissimi gli attori, quasi tutti al primo ruolo. Da vedere con la predisposizione adatta.
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