Regia di Claudio Amendola vedi scheda film
Quella dei Pasti è una tra le famiglie di "cassamortari" romane più note del settore. I quattro fratelli Giovanni, Marco, Maria e Matteo, ognuno con la propria specificità, mandano avanti l'azienda di famiglia con dedizione, nel rispetto degli insegnamenti del padre Giuseppe, venuto a mancare tempo addietro. Giovanni, il più attento ai conti di famiglia, cura la candidatura della società per il conseguimento del "Vespillone d'oro", ambito trofeo che un'attenta giurìa assegna alla di volta in volta migliore società di pompe funebri. Tuttavia qualcosa va storto; i Pasti sono avvertiti che non potranno conseguire il premio poichè l'azienda è in perdita. Matteo confessa d'aver dilapidato i beni di famiglia in investimenti azzardati e regalìe alla sexy-star del web dal nome d'arte Bella Salma, compagna dello chef Brando Palato, a sua volta "attenzionato" da Maria. A complicare la situazione è l'arrivo in famiglia di Domiziana, una sorellastra della quale ignoravano l'esistenza, la quale fa di tutto per conquistare il cuore dei ritrovati parenti, nonostante l'accoglienza non sia stata delle migliori. La morte a causa di un incidente domestico di Bella Salma riapre la partita. Brando Palato si rivolge ai Pasti per l'organizzazione delle esequie, e l'intervento di un personaggio misterioso che appare e scompare all'improvviso offre una possibilità di riscossa ... ma chiede in cambio una prestazione che offende l'etica professionale del buon "cassamortaro". Seguito della commedia nera "I Cassamortari", del 2022, "Ari-Cassamortari" è, come il prequel, diretto da Claudio Amendola, il quale racconta le vicissitudini della famiglia Pasti, imprenditori nel settore delle pompe funebri. I quattro fratelli - Giovanni, il contabile che soffre di complesso d'inferiorità nei confronti del padre Giuseppe; Maria - responsabile del front-office e sempre disponibile ad offrire ai parenti (maschi) del defunto una spalla ... e qualcos'altro sui cui piangere; Marco, il tanatoesteta che parla con le anime dei deceduti i corpi dei quali sono affidati alle sue cure; Matteo, ancor giovane ed aperto alle innovazioni nel settore - si trovano ad affrontare una situazione molto difficile. Ne possono uscire stipulando - in virtù dei buoni uffici della sorella Domiziana - un patto con il diavolo, il quale si presenta a loro nell'aspetto di un distinto e misterioso signore dall'accento veneto, con la proposta di trafugare un cadavere, che successivamente sarà venduto al miglior offerente selezionato tra loschi personaggi nel corso di un'asta. Il corpo desiderato è proprio quello di Bella Salma; a causa della propria inesperienza, Domiziana accetta l'accordo. Messi a parte i fratelli, tuttavia, si pone le necessità di avviare il corpo alla definitiva sepoltura - anche per il "cassamortaro" più spregiudicato, alcuni limiti non possono essere superati - ed imbastire un imbroglio a danno del maligno tentatore. Lo sceneggiatore affronta diversi argomenti; ci racconta, con ironia ma - in questo film - non troppa, del lavoro del "cassamortaro", esponente di un settore che purtroppo non conosce crisi; chiunque ha avuto o avrà a che fare con uno di loro, probabilmente si chiede cosa si provi ad avere a che fare in ogni momento con la morte. La familiarità con questi elementi inevitabilmente ne "banalizza" la gestione; chi vede cadaveri tutti i giorni, non proverà nei rapporti con gli stessi, le stesse emozioni di chi perde occasionalmente una persona cara ed è coinvolto nelle esequie. Ma i Pasti sanno portare rispetto all'"oggetto" dei loro affari, così come il fondatore dell'azienda, Giuseppe, ha insegnato. E sanno fare squadra; anche a seguito della confessione di Matteo circa la perdite causate da investimenti azzardati in - il regista lo ricorda più volte - cryptovalute, i fratelli rimangono coesi. Certo, i momenti di crisi non mancano. Matteo, ritrovata la speranza, cerca un futuro allontanandosi dalla famiglia; Giovanni, conosciuta una donna attraente la quale ricambia l'interesse, stronca sul nascere la possibilità di avviare con lei una relazione in quanto le mente circa il proprio mestiere. Ma il bene e l'unità - nonostante le difficoltà iniziali anche l'entusiasta Domiziana è acconta in famiglia - trionfano. Il cast a disposizione del regista è veramente notevole; sono nuovamente in scena Lucia Ocone (Maria), Massimo Ghini (Giovanni), Gianmarco Tognazzi (Marco), Alessandro Sperduti (Matteo), accompagnati da Silvia D'Amico (Domiziana), Luca Bizzari, Antonia Liskova, Edoardo Leo, Caterina Guzzanti (Bella Salma), Paolo Kessisoglu, nel ruolo del misterioso committente che propone il trafugamento della salma. Rintraccio in questo film gli stessi difetti del prequel; la recitazione poco spontanea - si salva la "burinizzata" Caterina Guzzanti - la sceneggiatura è caotica, le argomentazioni affrontate, molte, ma mai adeguatamente approfondite. Ogni personaggio fa storia a sè, sono molto diversi l'uno dall'altro, eppure le relazioni tra loro sembrano sempre irrealmente buone. La critica ad elementi della nostra contemporaneità è palpabile ma anch'essa confusa, vacillante; il regista se la prende con la cryptomoneta, con la molta importanza data alle performer sul web, con l'interesse, a volte smodato, di alcuni per il cibo gourmet. La vicenda dell'"asta dei cadaveri" è un po' pretestusa, così come il fin troppo semplice e rapido "scioglimento". "Ari-cassamortari" è una commedia nera di una certa ambizione. Il regista non cerca il riso facile del pubblico con battute e demenzialità. Sceglie di affrontare tematiche di una certa serietà; il rapporto con la morte, il saper bilanciare etica professionale e ... una certa avidità. In parte riesce, ma c'è ancora strada da fare. L'epilogo apre la strada ad un terzo episodio. Rimaniamo in fiduciosa attesa ! Per il momento, consiglio la visione di questo film solo a chi ha apprezzato il prequel.
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