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Necromania

Regia di Edward D. Wood Jr. vedi scheda film

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La recensione su Necromania

di undying
3 stelle

Soft-X diretto senza troppa attenzione, e meno mezzi, da Ed Wood. Quattro attori sempre nudi, abbandonati sulla scena a loro stessi, rappresentano - con supporto di scenografie macabre - la strana concezione di erotismo à la Ed Wood. La sceneggiatura, opera dello stesso regista, è tratta da un suo romanzo (The Only House in Town).

 

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Necromania (1971): locandina

 

Una coppia in procinto di matrimonio, composta da Danny (Ric Lutze) e Shirley (Rene Bond) - Carpenter (!) - si reca presso Madame Heles (Maria Arnold), necromante che vanta capacità soprannaturali fuori dal comune, in particolare per quando riguarda la risoluzione di problemi attinenti alla sfera sessuale. Lui, infatti, ha problemi di erezione che gli impediscono di dare piena soddisfazione alla compagna. I due un pomeriggio vengono accolti da Tanya, assistente di Heles ma, poiché la "maga" riceve solo a mezzanotte, sono provvisoriamente collocati in una camera matrimoniale. Dopo un inutile tentativo di accoppiamento col compagno, Shirley decide di fare un giro, abbandonando la stanza. S'imbatte in Barb, una disinibita ragazza che l'avvia al sesso lesbico, mentre Tanya decide di fare visita a Danny.

 

"Ora salterà fuori Bela Lugosi, vestito da Dracula..."

(Danny, appena entrato in casa della necromante)

 

necromania

Necromania: Ric Lutze e Rene Bond

 

"Una storia d'amore bizzarro", recita nei generici il sottotitolo di Necronomania, film no-budget scritto e diretto da "Don Miller". Nessun'altra indicazione sul cast viene data, che ufficialmente resta anonimo quanto il regista. Ed Wood, sembra invece ne andasse fiero pur se in un primo momento ha preferito non firmare questo soft-X (ridondante di nudi ma privo di penetrazioni, con peni mai in erezione) che sbeffeggia le atmosfere gotiche d'antan. L'arredamento infatti rimanda ai classici Universal (citazione a Lugosi compresa) con sottofondo di teschi, volpi impagliate, bare e armamentario stregonesco. Ma la sceneggiatura è poco più di uno scherzo, anche se parte da un romanzo scritto dallo stesso Ed Wood, The Only House in Town. La storia, cioè a dire uno spunto di trama, non coinvolge e nemmeno il cast artistico contribuisce a rendere meno noioso questo indigeribile "soft-X", decisamente ad effetto antierotico. Gli attori, abbandonati a loro stessi sul set, sorridono (s'intravede Ric Lutze ghignare senza ritegno mentre tenta malamente di infilare una specie di pigiama), fisicamente mostrano antiestetiche pelurie, sovrabbondanti in zona pelvica, e sono costretti a pronunciare poche, assai penose, battute. Il pessimo lavoro del reparto fotografia (attribuita a due individui celati, quasi sicuramente, dietro gli pseudonimi di Ted Gorley e Hal Guthu) fa il paio con una musichetta country invadente e inappropriata. Necromania, era stato ormai dato perduto, sino a quando sul finire degli anni Ottanta è tornato a circolare per l'etichetta Something Weird Video. Nella copia reperibile, distribuita anche in Italia su supporto vhs nel finire degli anni Novanta dalla Oliriale & C. (ossia Shendene & Moizzi in versione hard), non appare il regista, segnalato invece nel cast sul sito dell'imdb.

 

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Necromania: Tanya 

 

La parola a Ed Wood [1]

 

"In Necromania quasi tutta l'enfasi è posta sulla storia fondamentale. Questo film ha dei colori pieni, brillanti, ed è firmato da due dei migliori operatori di Hollywood. Ha una storia hard ed è ben recitato dai due protagonisti. Ha un regista che è nel ramo da più di vent'anni e un operatore che ha fatto più film di quanti riesca a contarne. Ed è un sicuro trionfatore al botteghino e darà il via ad una nuova tendenza nei film erotici. Anche se le sequenze di sesso sono ciò che il pubblico vuole e pretende, esse sono inserite in una storia ben equilibrata, che di certo otterrà commenti entusiastici nelle pubblicazioni che descrivono a grandi linee questo genere di film. Ed è veramente un film notevole. Gli attori sanno le battute e le pronunciano con lo stile competente e professionale necessario nelle produzioni indipendenti di alto livello."

 

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Necromania: Maria Arnold

 

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Ed Wood

 

Edward D. Wood, jr. (1924 - 1978) [2]

 

"Edward Davis Wood Jr. nasce nel 1924, nei pressi di New York e fin dalla più tenera età sembra essere cosciente che il suo destino è il cinema. Dopo l'esperienza in marina, durante la Seconda Guerra Mondiale (viene anche ferito), si traferisce a Hollywood, deciso a far carriera come attore e regista. Gli inizi non sono facili (neanche il prosieguo, a dir la verità); con le sue sceneggiature sotto il braccio - egli sarà fino alla morte autore prolificissimo - gira per i vari studios e case di produzione, cercando di ottenere un contratto, ma trovando quasi sempre porte chiuse. L'unico risultato di un certo rilievo è il cortometraggio western Streets of Laredo, del 1951, ma bisogna attendere l'anno successivo perché la tenacia del regista venga premiata, quando dirige il suo primo lungometraggio: Glen or Glenda. Le cronache giornalistiche in quei giorni sono piene di notizie relative al caso di Christine Jourgensen, il primo transessuale a subire un'operazione chirurgica per il cambio di sesso. Wood ne è subito ispirato (vedremo poi perché) e cerca di ottenere i diritti per poterne filmare la storia. Questo si rivela subito impossibile, a causa del budget ridottissimo di cui egli dispone: Jourgensen è decisa a vendere a caro prezzo la propria storia (verrà realizzata infine nel 1970 da Irving Rapper, col titolo The Christine Jourgensen Story), ma questo non scoraggia certo Wood, che mantiene la trama, semplicemente cambiando nome ai personaggi. Il film è diviso in due parti: la prima verte intorno a Glen, fidanzato di Barbara, per nulla omosessuale, ma ossessionato dalla passione per il travestitismo; indossati abiti femminili - tra cui gli ormai classici maglioncini d'angora - egli si trasforma in Glenda. Nella seconda parte, il travestitismo è invece parte integrante della transessualità: il protagonista vuole diventare donna. Le due storie sono tenute insieme da uno 'psicologo' che inizia così la sua collaborazione con Wood, mentre un demone interviene per condannare l'immoralità del tutto (l'intenzione di rappresentare così la 'moral majority' americana si infrange contro una certa comicità involontaria del personaggio). Se la narrazione è particolarmente sentita, è perché questo film utilizza in larga parte materiale autobiografico: come il suo protagonista, Wood è dedito al travestimento, senza per questo essere minimamente omosessuale. Eccentrico e individualista, ama indossare abiti femminili, che 'preleva' dal guardaroba delle sue compagne, per poi andarsene in giro per Hollywood così conciato. In particolare, i maglioncini d'angora diventano il suo simbolo: non se ne separa mai, neanche sul set, mentre un suo commilitone rivela che anche durante la guerra Wood era solito portare biancheria femminile sotto l'uniforme. Suo malgrado, Glen or Glenda diventa quindi anche un grido, un proclama a favore della tolleranza, dell'accettazione delle diversità. Volendo, è lo stesso tipo di messaggio che si può trarre da quello che è il suo film più riuscito e conosciuto: Plan 9 from Outer Space. Raggi laser riportano in vita i corpi di persone morte di recente; tra questi i protagonisti Vampira, Tor Johnson e 'Bela Lugosi'. L'invasione extraterrestre ha inizio, ma gli alieni hanno intenzioni pacifiche; incompresi, vengono bombardati fino alla distruzione totale. Accettazione del diverso, tolleranza e soprattutto una buona dose di sospensione dell'incredulità: sono quel che ci vuole per entrare nell'universo woodiano, la cui creatività trasforma piatti di plastica in dischi volanti, pezzi di cartone in pietre tombali; due persone sedute davanti a un semplice fondale si ritrovano d'improvviso a essere nella cabina di guida di un aereo! Di necessità virtù: è quello che Wood si trova a dover fare, quando Bela Lugosi muore, a pochi giorni dalle riprese. Viene sostituito da un personaggio con la faccia sempre mascherata, nella speranza che il pubblico non si accorga del trucco: peccato che il sostituto sia buoni 10 cm più alto del Bela originale... Purtroppo, il pubblico di massa non è così fantasioso come l'autore di questi film: quelli che oggi appaiono dei 'cult movies' all'epoca sono discreti insuccessi, nonostante Wood cerchi di mantenersi nell'ambito dei generi che vanno per la maggiore negli anni '50, in particolare la fantascienza con mostri (Bride of the Monster, lo stesso Plan 9...), la delinquenza giovanile e non (Jailbait, 1954; The Violent Years; 1956, The Sinister Urge, 1960), l'horror (Night of the Ghouls, 1958). Per sbarcare il lunario, Wood deve accontentarsi di dirigere dei corti e degli spot pubblicitari; la sua creatività di sceneggiatore viene riversata in tutta una serie di racconti e romanzi, con cui egli si avvicina al mondo dell'erotismo e della pornografia. Alcuni insistono ancora sul travestitismo (Killer in Drag), altri spingono sul pedale della violenza o del soprannaturale. Da uno di questi racconti nasce Orgy of the Dead, in cui Wood è coinvolto come sceneggiatore e assistente regista; dirige A.C. Stephens (vero nome Stephen Apostoloff), che negli anni a venire si avvarrà spesso del lavoro di Wood per realizzare i suoi film rigorosamente softcore. Sempre bisognoso di denaro - è ormai pesantemente alcoolizzato - Wood non è certo nelle condizioni di attuare tale distinzione: verso la fine del decennio, accetta qualsiasi tipo di lavoro ed è in questo periodo che si trova lavorare per la serie Swedish Erotica, dirigendo una nutrita serie di cortometraggi hard, che fanno ben presto il giro dei locali a luci rosse. Purtroppo, essendo assolutamente anonimi, è stato impossibile anche agli studiosi più accreditati stabilire quali siano di Wood o meno. In seguito a quest'esperienza, comunque, può finalmente tornare sui set: vi mancava, come regista, da circa dieci anni. Take it Out in Trade è un erotico dai toni surreali e psichedelici (le immagini sono coloratissime, soprattutto di un rosso abbagliante), in cui Wood torna a recitare travestito da donna e pesantemente truccato. Necromania è il passo successivo; anche questo film è tratto da un suo racconto, The Only House in cui sesso e soprannaturale si fondono. Nello stesso periodo lavora a The Only House; sarà il suo ultimo film (il titolo uguale ha spesso fatto pensare a quest'ultimo come titolo alternativo a Necromania, anche perché il cast è lo stesso e anche la storia è simile; sono comunque due film diversi). Gli ultimi anni accelerano il declino: ridotto in povertà e sempre più dipendente dall'alcool, Ed Wood collabora ancora con Apostoloff, sceneggiando film come The Class Reunion e Drop Out Wife (1972), The Snow Bunnies (1973), Fugitive Girls (1974) e The Beach Bunnies (1978). Nel 1978, una giuria di critici assegna a Plan 9 from Outer Space il 'Golden Turkey Award', l'anti-oscar come peggior film mai realizzato; Wood viene 'acclamato' peggior regista del mondo. Paradossalmente, questo genera una rinascita di interesse nei suoi confronti, che diventerà quasi 'culto' negli anni '80, grazie alla pubblicazione in videocassetta di quasi tutti i film. Purtroppo egli non farà in tempo a goderne: il 10 dicembre 1978 muore, stroncato da un attacco di cuore. Nel 1992, Rudolph Grey pubblica Nightmare of Ecstasy, la biografia definitiva di Ed D. Wood Jr. È il primo passo verso la riabilitazione del regista; qualche anno dopo, essa diverrà definitiva grazie a vari documentari (ricordiamo il valido Look Back in Angora) e soprattutto grazie a Tim Burton. Basandosi sul libro, questi dirige Ed Wood (1994), un film che, più che una biografia, è un vero atto d'amore, tributo al personaggio da parte di un regista la cui filmografia mostra in più punti (Mars Attacks!, Beetlejuice) un'influenza woodiana."

 

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Rene Bond

 

Rene Bond (1950 - 1996) [3]

 

"Da noi è un'emerita sconosciuta - nessun suo film era finora edito in Italia - ma negli Stati Uniti è una vera icona, oggetto di un culto fanatico: l'avventura erotica di Rene Bond precede in un certo senso la Golden Age of Porn, in quanto si svolge tra la fine degli anni '60 e il 1976, anno del suo ritiro. Se escludiamo i soliti, anonimi loop di fine decennio, in un certo senso, il suo debutto si deve proprio a Ed Wood; le prime interpretazioni dell'attrice sono infatti in film diretti da quest'ultimo, quali Necromania e The Only House (spesso confusi per lo stesso film, e in realtà girati in parallelo), oppure da lui sceneggiati. Bond lavora infatti in molte pellicole di A.C. Stephens (vero nome Stephen Apostoloff), che aveva già diretto Orgy of the Dead (1965) e lungo tutto l'arco degli anni '70 sfrutterà la creatività di Wood, realizzandone varie sceneggiature (tutte rigorosamente softcore). In realtà, il vero scopritore di Rene Bond potrebbe essere considerato Harry Novak, leggendario produttore di film erotici a cavallo tra i due decenni. È soprattutto nelle produzioni di quest'ultimo che l'attrice si fa notare e sembra sia stato proprio lui a suggerirle di (e a pagare per) rifarsi il seno, in occasione del film Please don't Eat my Mother, del 1971. Il ricorso alla chirurgia estetica all'epoca non è ancora pratica comune; tipicamente americana è invece l'ossessione per i seni enormi, soddisfatta dai film di Russ Meyer, ma anche da attrici come Candy Samples e, in seguito anche da Rene Bond, cui da quel momento le offerte di lavoro non mancano. Sempre generosamente nuda nei film in cui appare, l'attrice non fa gran distinzioni tra soft e hard, alternando con disinvoltura parti dell'uno e dell'altro tipo, diventando così una pioniera del porno made in USA. I due film di Wood possono essere definiti 'ai limiti dell'hard' (in America li definirebbero 'soft X', cioè pellicole molto spinte che però non mostrano scene esplicite di penetrazione), così come The Adult Version of Jeckyll and Hyde, prodotta da David F. Friedman e molti altri inclusa la produzione australiana Fantasm (e relativo sequel Fantasm Comes Again), realizzata da Richard Franklin, il futuro regista di Patrick e Psycho II. Il primo hard è Touch Me (1971): alcune persone si riuniscono in una specie di seduta psicanalitica, raccontandosi le proprie fantasie, finendo per metterle in pratica in una colossale orgia. Si tratta di un film 'importante' in quanto anche il regista è un debuttante, nel porno almeno: Sam Weston, meglio noto come produttore, diverra uno dei fondamentali dell'hard, con il nome di Anthony Spinelli. Il cast è composto da emeriti sconosciuti, la stessa Rene lo è in quel momento; l'unico altro nome 'noto' è quello di Ric Lutze, compagno dell'attrice in quasi tutti i film, e anche nella vita. Avrà anche una carriera propria, che si estenderà oltre quella di lei, fino ai primi anni '80. Tra le interpretazioni congiunte, si ricorda soprattutto Beach Blanket Bango, porno-rivisitazione dei 'beach-movies' anni '60, in cui l'attrice è molto più sexy di quanto Annette Funnicello sia mai stata (più arduo il confronto tra Lutze e Frankie Avalon... sorvoliamo); tra quelle da sola ricordiamo Teenage Fantasies (1973), in due parti, con la nostra nei panni della presentatrice ed entusiasta dimostratrice di sesso orale, nonché High School Fantasies, ennesima variazione sul tema della commedia giovanilistica, prodotta da Richard Aldrich, inventore (insieme a Bob Chinn) della mitica serie Johnny Wadd, che ha rivelato John C. Holmes. Proprio insieme al superdotato attore, con cui ha già girato il soft The Danish Connection (1971), Rene Bond interpreta Cream Rinse, divertente hard-remake di Shampoo (Warren Beatty, 1975), tanto più interessante perché rimarrà un caso isolato di imitazione dell'originale, nonostante l'argomento (un salone di bellezza, in cui è facile immaginare il principale argomento di discussione) si prestasse a molteplici interpretazioni. Il film esce nel 1976, immediatamente prima del ritiro dell'attrice dalle scene. La commedia Do You Wanna Be Loved? ne sancisce una breve rentrée; trascurata dal marito, tutto preso dai suoi affari (è Paul Thomas, uno specialista di questo genere di ruoli), a Rene non resta che consolarsi altrove, con l'entusiasmo che ha sempre contraddistinto le sue apparizioni. Si tratta di un episodio del tutto isolato; subito dopo, Rene lascia per sempre il campo (Teenage Sex Kitten uscirà nel 1978, ma risale con tutta probabilità a qualche anno prima), riciclandosi nei panni della casalinga felice e lasciando che a vivere per sempre resti il suo mito."

 

 

NOTE

 

[1] "Sparate sul regista", a cura di Alberto Farina (Il Castoro), pag. 33.

 

[2] [3] Dal booklet allegato alla vhs Oliriale & C. Testi a cura di Adriano Di Gaspero, Sabrina Gatti e Simon Beirut.

 

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"Sapete che cosa trovo ironico? Che le persone che sono contrarie alle cose che provocano impulsi sessuali sono generalmente fondamentalisti cristiani, che credono anche tu debba essere fecondo e riprodurti. Non è strano? Non pensate che dovrebbero essere favorevoli alle cose che provocano impulsi sessuali? Sapete cosa intendo; magari con una pagina centrale nella Bibbia? Miss Deuteronomio: 'Cose che odio: diluvi, cavallette e fumatori. Cose che mi eccitano: mirra...'. Non so cosa sia la mirra, alle ragazze piace!"

(Bill Hicks)

 

F.P. 12/01/2024 - Versione visionata in lingua inglese, vhs Oliriale & C. (durata: 48'08")

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