Regia di Rod Lurie vedi scheda film
Ci sono almeno tre motivi di un moderato interesse in questo film. Il primo è la sfida (di esperienze di set e di stili di recitazione) tra il generale Irwin, Robert Redford, e il colonnello Winter, James Gandolfini. Il generale è stato processato, degradato e rinchiuso in un carcere militare di massima sicurezza. Il colonnello è l’inflessibile, autoritario comandante di quella prigione dove i militari incarcerati dovrebbero dimenticare di essere dei soldati (il cosiddetto istinto del comando e del combattimento, secondo sceneggiatura e regia, sono innati e sono tratti caratteriali stampigliati a fuoco sulla pellaccia dei militi). Il secondo motivo è che “Il castello”, pensato, diretto e scritto prima dei fatti dell’11 settembre 2001, riverbera, in modo non premeditato, l’anelito della guerra giusta e, soprattutto, il dovere della conquista e della difesa del territorio. Il terzo e ultimo motivo riguarda il regista delle operazioni militar-cinematografiche: Rod Lurie è un ex critico cinematografico, diplomato all’Accademia militare di West Point e per quattro anni è stato arruolato nell’esercito. La messa in scena trasuda retorica e manovre (di personaggi e mezzi) da codice di disciplina. Le due vocazioni della sua vita passata non vanno molto d’accordo.
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