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L'ultima settimana di settembre

Regia di Gianni De Blasi vedi scheda film

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La recensione su L'ultima settimana di settembre

di Lec
10 stelle

Quello di Pietro Rinaldi e Mattia Costa, nell' Ultima settimana di Settembre, è un viaggio di formazione, un road movie dolce e struggente, come solo la vita può essere. Il film riprendere dei chiari riferimenti dalla commedia all'italiana, un'ironia velata che presenta un messaggio intrinseco profondo, vero, non smielato né idilliaco. Diago Abatantuono, che interpreta uno scrittore ormai disilluso, costretto in un momento difficile della sua vita a prendersi cura del nipote, appare fin troppo credibile, come se le vesti di quel personaggio gli fossero state cucite addosso. Ogni sguardo, ogni movenza, ogni atteggiamento costruiscono una metacomunicazione che, a tratti, dilata la narrazione per condurla verso un avvicinamento, graduale e spontaneo, con il nipote. Allo stesso modo, il giovanissimo Biagio Venditti, già visto su Netflix nella serie Di4ri, riesce a conferire al film uno sguardo credibile e mai eccessivo di un ragazzino di sedici anni costretto, a causa di una tragedia, a vivere con il nonno, un nonno che, fino a quel momento, risultava essere per Mattia un completo estraneo. Il road movie attraverso i luoghi di una Puglia rurale viene incorniciato dallo sguardo abile di Giorgio Giannoccaro, che firma un sodalizio già consolidato con il regista Gianni De Blasi. Ogni inquadratura, movimento di macchina, e utilizzo della luce sono portatori di significato ed iper subordinati alla narrazione. Quello che viene costruito da questo profondo legame tra fotografia e regia è quello che Deleuze definirebbe "immagine cristallo", ovvero la creazione di immagini metacomunicative realizzate attraverso espedienti come l'uso del riflesso in uno specchio o della cornice dei finestrini di una Citroen DS Pallas. Tali immagini sono in grado, attraverso la profondità di campo, di slegarsi ad un'attualità per diventare mezzo di esplorazione verso altri significati, un po' com'era solito fare Orson Welles in "Quarto Potere". Nel complesso, il film riesce a centrare il cuore di chi lo vede, a commuove e divertire allo stesso tempo, la pellicola è in grado di generale iniziale astio e poi amore verso una storia toccante in cui è facile l'immedesimazione.

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