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L'ultima settimana di settembre

Regia di Gianni De Blasi vedi scheda film

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La recensione su L'ultima settimana di settembre

di alan smithee
4 stelle

locandina

L'ultima settimana di settembre (2024): locandina

AL CINEMA

"La morte si è portata via le persone sbagliate"

Un anziano noto scrittore inattivo ormai da anni, vedovo e malinconico, decide di porre fine al proprio tormento esistenziale proprio nel giorno in cui deve compiere i suoi primi settant'anni.

Ma il caso vuole che, proprio quel giorno, figlia e genero vengano coinvolti in un terribile incidente stradale che rende organo il nipote sedicenne.

Costui, affidato al nostro ipotetico suicida in quanto parente più prossimo, devastato dal lutto, accetta a fatica la situazione, ma Ancor meno la svolta che gli si presenta quando spunta un fratello del padre defunto che si dichiara disponibile ad adottarlo.

Nel viaggio che divide la residenza leccese dello scrittore al porto laziale ove è ancorato lo yacht del "nuovo" zio, nonno e nipote avranno occasione di conoscersi veramente e di detestarsi reciprocamente al punto da riuscire a trovare finalmente quella sintonia che finora poco prima pareva impossibile anche solo concepire.

Biagio Venditti, Diego Abatantuono

L'ultima settimana di settembre (2024): Biagio Venditti, Diego Abatantuono

Biagio Venditti

L'ultima settimana di settembre (2024): Biagio Venditti

Alla sua opera prima di fiction, il regista Gianni De Blasi gira un road movie che utilizza i classici trucchi empatici per farsi amare ed apprezzare: figuriamoci se il vecchio scrittore non si ritrova a spolverare un'auto d'epoca come la mitica Citroen Pallas ferma da trent'anni sotto un lenzuolo in garage.

Strategia piaciona e ricattatoria che si rivela come un ricatto dal fiato corto.

Non meno plateale e stonato l'utilizzo del cane più fotogenico ed espressivo del momento, nonché la razza più glamour ed acchiappa consensi e tenerezze.

Nel primo caso sarebbe stato più onesto ed accettabile utilizzare come mezzo di trasporto una brutta Fiat Duna o una Punto qualunque ammaccata a dovere.

Nel secondo sostituire il cane più accattivante del mondo con un onesto bastardino scorbutico e poco fotogenico.

Perché accanirsi con queste soluzioni ruffiano che creano imbarazzo anche quando collocate in uno spot?

E poi certo, le storie dei primi amori giovanili sono sempre piuttosto a rischio di effetto pubblicità, e in effetti quella che occupa il pur bravo ed espressivo giovane protagonista, un Biagio Venditti fresco e convincente, non fa eccezione, con la sua scena di sesso casta e patinata che sarebbe stato davvero più elegante tralasciare.

L'ultima settimana di settembre soffre di qualche ingenuità evidente e fastidiosa, e non è sufficiente la verve leonina di un Diego Abatantuono di fatto piuttosto catatonico e impassible a salvare la situazione e a tenere sotto controllo la gestione delle situazioni strappalacrime forzate e tendenziise.

Di fatto lo stesso Abatantuono ci ha da decenni ormai abituato a quanto sia pertinente la sua tutt'altro che esile figura a supportare ruoli drammatici come quello che gli spetta in questo film.

 

Biagio Venditti, Guendalina Losito

L'ultima settimana di settembre (2024): Biagio Venditti, Guendalina Losito

Biagio Venditti

L'ultima settimana di settembre (2024): Biagio Venditti

Ma è anche impossibile non chiedersi perché ci si sia ostinati a cesellare un personaggio di tale spessore scenico con una fissità così ostinata: in tutto il film un personaggio cardine come quello di Abatantuono non si cambia d'abito una volta che sia una.

Non si sbottona la sahariana scura che lo avvolge ostinatamente nemmeno sotto il sole della amena campagna pugliese.

Mai una volta....restando sempre impassibile come un pezzo di granito, seguendo una maschera che consente certo all'attore di rendersi portatore qualche battuta riuscita, ma contribuisce anche ad ingessare il film, costretto e vincolato a troppo buonismo e patetismo davvero difficili da tollerare.

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