Regia di John S. Robertson vedi scheda film
Suggestiva trasposizione da Stevenson incentrata sull'intreccio tra polarità etiche, fisiche, filosofiche, sulla natura spirituale, sul confronto con le convenzioni. John Stuart Robertson si affida a influssi dell'espressionismo tedesco, con ottimi effetti visivi, e alle capacità mimetiche straordinarie e naturali di John Barrymore.
Il motivo occasionale che mi ha spinto a vedere questo film è dovuto all'aver letto, su un articolo di Giuseppe Scuri, la presenza (non accreditata) nel cast del grande compositore Edgar Varèse, figura importantissima nel panorama culturale del XX secolo, legata appunto anche al cinema da profondo interesse. Cito una parte relativa dell'articolo:
"La prima scena in cui compare Varèse è un flashback all'interno della narrazione filmica, nel quale si rappresenta una vicenda svoltasi in periodo rinascimentale in una non precisata corte patrizia italiana. Quattro personaggi, una principessa, un principe, un nobiluomo giovane e uno anziano, compaiono seduti attorno a un tavolo imbandito. Il terzo personaggio da sinistra con singolare acconciatura a caschetto è Varèse che, dopo aver ricevuto dall'anziano un anello, versa una polvere venefica contenuta al suo interno nel bicchiere di vino del principe, che dopo un sorso cade esanime. Ma c'è di più; oltre a questa sequenza, Varèse riappare in altre occasioni, per un lasso temporale più cospicuo nel quale interpreta il ruolo del capo della polizia che, con due sbirri al seguito, indaga sui crimini commessi da Mr. Hyde. Varèse è vestito con un elegante abito scuro e cilindro." (da Giuseppe Scuri, Cinema per l'orecchio, Amadeus, anno XXI, n. 238, settembre 2009)
Potrebbe essere un ulteriore esempio di opposizione, in aggiunta alle considerazioni della bella opinione di OGM. 8
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