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I sette samurai

Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film

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La recensione su I sette samurai

di braddock
10 stelle

Quindicesima regia ufficiale di Akira Kurosawa, che rappresenta forse il titolo più rappresentativo del cinema sui samurai. Lanciò inoltre Toshiro Mifune come uno dei volti più ricorrenti nelle pellicole sul tema assieme a Shintaro Katsu e Tobisamuro Wakayama, negli anni successivi divenne infatti il protagoinista tra gli altri delle triologie sul leggendario spadaccino Miyamoto Musashi e di Yoyimbo, fino al THE LAST CHALLANGE del 1982 a fianco di Scott Glen, che per altro segnò anche la prima esperienza al cinema per Steven Seagal nei panni di coereografo delle scene d'azione. La storia si svolge nel Giappone del '500 e vede un villaggio di contadini terrorizzati dagli attacchi da parte dei briganti, i quali li saccheggiano di tutti i loro raccolti. Il vecchio saggio del posto propone così di assoldare alcuni samurai, basandosi su un precedente avvenimento grazie al quale un altro villaggio era riuscito a salvarsi. Non si rivela però cosa facile trovare dei samurai disposti a combattere per conto di contadini e in cambio solo di vito e alloggio, i contadini mandati in loro ricerca ricevono infatti numerosi rifiuti. Un giorno questi hanno però modo di incontrare Shimada, un anziano samurai impegnato nel salvare un bambino preso in ostaggio da un delinquente. Shimada accetta l'incarico e riesce a reclutare altri 4 samurai, oltre a un giovane determinato a diventare suo allievo. Al gruppo si aggiunge un estroverso vagabondo senza nome, sicuro di essere a sua volta un samurai. Arrivati nel villaggio, i sette guerieri e i contadini del posto cominciano a studiare un piano di difesa per l'immiente assalto dei predoni... Girato come una sorta di western all'orientale è un titolo storico che mantiene un certo fascino anche a quasi 60 anni di distanza, senza far pesare le tre ore di durata. In verità già dal decennio successivo vi furono diversi titoli simili di maggior spettacolarità, con duelli di spada ben più dinamici e marziali. Questo però ha il merito di essere stato il capostipite, probabilmente la prima pellicola che senga uno stile più moderno e curato nelle rappresentazioni delle battaglie e degli eventi che si susseguono. Alcuni dei protagonsiti vengono infatti caratterizzati con cura, affrontando con una certa sensibilità anche i rapporti tra i personaggi e tra i samurai e i poveri abitanti del villaggio. Curiosa poi l'interpretazione sopra le righe di Toshiro Mifune, sicuramente molto all'avanguardia per l'epoca. A mio parere il bianco e nero toglieva sempre tanto alle scenografie sopratutto se paesaggistiche, elemento notato anche nel successivo SEPPUKU di Masaki Kobayashi, ma qui riescono comunque a godere di un certo potenziale di atmosfera. Indovinato l'epilogo conslusivo, piuttosto amaro nonostante un apparente lieto fine. Nel complesso si dimostra un film meritevole della fama che porta, mi ha fatto anche rivalutare le capacità di Kurosawa dopo qualche titolo che non mi aveva entusiasmato come KAGEMUSHA e DERSU UZALA. Purtroppo non mi risulta vi sia stato ancora nessun remake moderno (a differenza di altri titoli clasici come 13 ASSASSINS, appunto SEPPUKU o LA VENDETTA DEI 47 RONIN) ma potrebbe essere uno spunto da considerare vista la validità del soggetto               

Su Toshiro Mifune

Ottima

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