Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Grandissima opera di Akira Kurosawa, piena di elementi diversi, e molti sorprendenti se consideriamo che comunque è stata realizzata nel 1954, che arricchiscono e donano sfumature sempre ben delineate, quanto ampie, ad una storia d’avventura ed eroismo senza tempo.
Dopo ogni raccolto i briganti scendono in un villaggio razziandolo di tutto il possibile lasciando ai contadini poco o nulla con cui sopravvivere durante il resto dell’anno.
Così, seppur tra diversi punti di vista (tra decisionisti e rassegnati), decidono di affidarsi ad un gruppo di samurai per sconfiggere i briganti.
Il problema è che non potranno ripagarli se non con un minimo vitto e l’alloggio.
Sette nobili di cuore si impegneranno per sconfiggere, anche addestrando gli uomini del villaggio, un gruppo di quaranta briganti.
Tre ore, pure abbondanti, che scorrono inesorabili, scandendo un percorso che non conosce titubanze, e rappresentando idee, che diventerà una sorta di strada maestra che in tanti in seguito riprenderanno in parte o addirittura in toto.
Tantissimi gli aspetti trattati con cura; il rapporto tra i contadini ed i samurai (un incontro tra mondi distantissimi, con paure dell’altro che ogni tanto affiorano nonostante siano dalla stessa parte), le differenze tra i samurai stessi (tra il “capo” Kambei saggio e pacato, il “fuori di testa aspirante samurai” che impazza con i suoi strambi metodi in ogni scena a cui partecipa, il guerriero infallibile che personifica appieno la figura del guerriero solitario e quasi mistico), un senso di comunità allargata, principi di vita indissolubili, addirittura una storia d’amore presente (sottile e gentile come i fiori che riempiono il prato del primo incontro) e ricordi di un’altra passata da tempo e sopita nel dolore.
Il tutto scandito con lirismo, pazienza, ma anche con un umorismo (che scaturisce per lo più dalla figura incontrollabile di Toshiro Mifune) decisamente moderno.
Ed alla fine il complesso è un’armonia che riecheggia su tutti i fronti e che culmina con una lunga battaglia finale (con tanto di strategie) ed un’ultima riflessione profonda ed epica come poche, sia per la stringata e consapevole affermazione (un futuro sicuro per alcuni, tutto da rivedere per altri) sia per l’immagine che l’accompagna (le spade conficcate nel terreno).
In una semplice parola direi grandissimo (nonostante il dvd che ho visto presenti diversi sbalzi di luminosità durante la visione).
Grandiosa per temi, tempi scenici, rappresentazione.
Molto bravo.
Spettacolare in tutto e per tutto, personaggio decisamente moderno per il 1954.
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