Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Quanto cinema, e quante inquadrature sono scaturite da questo lungometraggio, oltre ai due remakes riconosciuti e prodotti ad Hollywood: l'impaginazione delle immagini, di una ricerca estetica impressionante, colpisce a fondo a tutt'oggi. Kurosawa crea un classicissimo che potrebbe essere il film che non ti aspetti, perchè vi sono sia l'ironia che modera l'enfasi della messa in scena, e un senso tragico della sostanziale caducità dell'avventura, che porta l'Uomo ad una delle sue massime aspirazioni ed estensioni, ma che, destinata a finire, rende la normalità meno accettabile e difficile da affrontare. I samurai coinvolti nella difesa del villaggio di contadini dai predoni, sono consapevoli della diversità sia di prospettive che di responsabilità presenti e future da coloro che difendono, e che questo è determinato dalla storia passata delle loro relazioni, colpevoli di aver consolidato la diversità e a tratti una differenziazione sociale che rasenta l'inimicizia:tuttavia, sia il senso del dovere e l'etica del servizio a tutti i costi che è una delle basi della natura della loro casta, li porterà sia ad affrontare ogni scontro che li falcidii, sia alle considerazioni finali,con un senso di sconfitta,nonostante tutto, crepuscolare che rifinisce un film di una modernità ragguardevole. Unica pecca il doppiaggio dell'edizione in vhs, che raffredda un pò l'atmosfera,ma sono particolari.
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