Regia di Wes Craven vedi scheda film
Ho visto per la prima volta questo film più di venti anni fa, ricordo che lo trasmisero nella serie "Notte Horror": ne ricordavo solo alcune scene, in particolare l'omicidio della vecchia arpìa e la sequenza finale. Una recente visione mi consente di cogliere nuovi significati. Infatti, il film, parzialmente ispirato alla storia del Frankenstein di Mary Shelley ed ambientato in una benestante cittadina americana negli anni '80, è una voce critica contro gli eccessi della scienza ed i pericoli cui essa può portare: il robot, finchè è tale, è a stento tenuto sotto controllo dal suo padrone; quando questi si spinge oltre, la creatura ibrida che ne emerge sfugge quasi completamente al suo controllo, pur non minacciandola direttamente. Poco prima della conclusione, riaffiora la coscienza della ragazza, ma l'anima "tecnologico" riesce a riprendere il controllo del corpo, portando la vicenda a conclusione negativa. La brevissima ma incisiva sequenza finale testimonia il trionfo dell'oscuro e dell'irrazionalità. Buona la sceneggiatura: Il film all'inizio è leggero, il robot è una creatura "intraprendente" ma docile. Pian piano, però, la tensione sale e le tinte si fanno fosche. Tra gli attori, è molto brava colei che interpreta Samantha, nei suoi due ruoli: dolce e remissiva nella prima parte del film; vendicativa, fredda, meccanica nella seconda parte. Buoni i montaggi; interessanti le sequenze "pixellate", in numero limitato di colori, nulla di sconvolgente per i tempi moderni, ma un esempio delle possibilità di digitalizzazione immagini di trenta anni fa. Colonna sonora non indimenticabile, ma d'atmsfera.
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