Bertil e Rut sono una coppia in crisi che durante un lungo viaggio in treno dalla Germania alla Svezia, ritrovano i motivi per stare insieme. Tutto girato negli spazi angusti di un treno, un dramma concentrato sui tormenti interiori dei protagonisti, condizionati dalle loro esperienze passate e incapaci di perdonare sé stessi e gli altri.
Note
Tratto da alcune novelle di Birgit Tengroth e sceneggiato da Herbert Grevenius, un film dove la regia di Bergman acquista una più matura consapevolezza. Intere sequenze furono eliminate dalla censura.
“In Prigione vennero realizzate scene lunghe soprattutto per motivi economici. Qui mi sforzavo di raggiungere un'altra semplificazione: i complicati movimenti della cinepresa sarebbero dovuti diventare impercettibili”.
[Ingmar Bergman - Immagini - Garzanti, 1991-1992] Basilea, 1946. Rut (Eva Henning) è in vacanza in Europa insieme al marito Bertil (Birger Malmsten), assistente… leggi tutto
“In Prigione vennero realizzate scene lunghe soprattutto per motivi economici. Qui mi sforzavo di raggiungere un'altra semplificazione: i complicati movimenti della cinepresa sarebbero dovuti diventare impercettibili”.
[Ingmar Bergman - Immagini - Garzanti, 1991-1992] Basilea, 1946. Rut (Eva Henning) è in vacanza in Europa insieme al marito Bertil (Birger Malmsten), assistente…
Successivo di appena un anno a La prigione, anziché dal regista come il film precedente, Sete è sceneggiato da Herbert Grevenius e risente in negativo, a mio parere, della sua derivazione da un gruppo di racconti (della scrittrice Birgit Tengroth, che vi interpreta il personaggio di Viola). Da qui la struttura, piuttosto intricata, che interseca alla vicenda principale una serie di…
La sete è l'elemento che avvicina ed accomuna i due protagonisti, sete di amanti straziati dai traumi passati, eppure ancora disposti - sia pure tentennando ripetutamente - a mettersi in gioco. Sete l'uno dell'altro/a, sete di certezze che allontanino errori e solitudine; anche l'amore in fondo ha sete di fiducia, è solo con essa che può riuscire a sopravvivere. E' un Bergman prima maniera:…
Il critico Jacques Lourcelles nel suo Dictionnaire du cinema definisce questo film "un des titres marquants de l'oeuvre de Bergman". Lourcelles, che comunque è un critico molto acuto, sopravvaluta questo film e dà troppa importanza al primo periodo dell'opera del regista : secondo lui, assurdamente, il meglio dell'opera del regista finisce con Sorrisi di una notte d'estate, quando invece è…
Dotata di un fascino sottile, attorniata da un’aura di imperscrutabile mistero, “Törst ”, opera che segna un ulteriore passo avanti sulla via della maturazione, dimostra a distanza di tempo una persistente freschezza espressiva senza voler mascherare in alcun modo la sua disarticolata (im)perfezione, quasi orgogliosa delle proprie pecche da imputare non all’incolpevole sceneggiatura di…
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