Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Che fine ha fatto Ole Bill Jonesy.
“The Rat Catcher”, lo “scherzetto” dei 4 fra corto e mediomeraggi che Wes Anderson ha traslato al cinema nel 2023 partendo dalla letteratura di Roald Dahl (il racconto fa parte di “Claude’s Dog”, una sotto-raccolta di fine anni ‘40 contenuta in “Someone Like You” del 1953), si muove scopertamente più che altro lungo due evidenti assi, due lampanti campo-controcampi, risultando in concreto essere, fisicamente e strutturalmente, un crocevia…
↑↑↑ Nord ↑↑↑ --- ↓↓↓ Sud ↓↓↓
↑↑↑ Ovest ↑↑↑ --- ↓↓↓ Est ↓↓↓
...con al suo centro la Macchina da Presa: da una parte i confini del paesello – la sede del “News of the Day”, il quotidiano locale, e la stazione di servizio con annesso carrozziere, elettrauto, gommista e meccanico – che si specchiano sull’aperta campagna con muretti a secco, campi di stoppie a riposo e pagliaio e dall’altra – dopo antioraria panoramica a schiaffo verso sinistra di 90° – lo sbocco della scolmante fognatura che, proveniente dal centro del paesello inerpicantesi per una scalinata in pietra, si specchia in un sentiero che porta verso le vicine/lontane colline).
E questa, a parte le (in)solite brigadoonian-powell-pressburgeriane scenografie di Adam Stockhausen, la fotografia in 4:3 di Robert Yeoman e il montaggio di Barney Pilling & Andrew Weisblum, la stop-motion di Mark Waring (“Corpse Bride”, “Fantastic Mr. Fox”, “Frankenweenie” e “Isle of Dogs”) e le interpretazioni di Ralph Fiennes, Richard Ayoade e Rupert Friend, è la sua ragion d’essere, perché il perché Ole Bill Jonesy sia scomparso da ormai tre settimane (e il perché assomiglia un po’ a Owen Wilson) rimarrà un mistero.
* * * ¾ / * * * * - 7.75
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