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Veleno

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su Veleno

di alan smithee
8 stelle

locandina

Veleno (2023): locandina

Corti Wes Anderson/NETFLIX 

Il 2023 è senz'altro l'anno fertile ed anzi frenetico per Wes Anderson.

Dopo il visivamente eccezionale Asteroid City, con cui il celebre ed estroso autore amante delle scenografie naif e dei colori pastello ha partecipato in Concorso al Festival di Cannes 2023, il successivo mediometraggio, intitolato La meravigliosa storia di Henry Sugar, si è trovato a partecipare Fuori Concorso all'ultimo Festival di Venezia, aprendo, anzi riaprendo una sorta di collaborazione ispirativa in forza della quale il cineasta prova a raffrontarsi con il mondo narrativo, decisamente a lui assai congeniale, del celebre scrittore di racconti per ragazzi Roald Dahl.

Un autore britannico molto amato, dalla spiccata fantasia, noto in particolare per romanzi come La fabbrica di cioccolato, Il GGG, precedentemente trasporti per il cinema da grandi registi come Spielberg e  Tim Burton.

A questo mediometraggio, che dà inizio alla prima collaborazione del regista, ancora una volta supportato dal fido sceneggiatore e direttore della fotografia Roman Coppola, figlio di Francis e fratello di Sofia, sono seguiti tre deliziosi cortometraggi: Veleno, Il derattizzatore, e Il cigno.

Veleno, Il cigno e Il derattizzatore, hanno al centro delle loro storie tre animali, anche se poi gli stessi si intravedono appena, o talvolta neppure quello: un piccolo serpente letale, un topo e un cigno.

In Veleno, probabilmente il più riuscito tra i tre bei corti, si raccontano le vicissitudini infervorate e frementi di Timber Woods (Dev Patel, strepitoso), un giovane inserviente locale ai tempi dell'India coloniale sotto l'egida britannica, quando il poveretto scorge un inglese di nome Harry pope (Bendict Cumberbatch) nel bungalow della struttura nella quale il primo lavora, mentre giace sdraiato immobile per evitare che un velenosissimo piccolo serpente, infiltratosi di nascosto sotto il lenzuolo mentre l'uomo dormiva, reagisca ad un suo movimento mordendolo e portandolo alla morte nel giro di pochissimi minuti.

Sussurrando, il malcapitato ordina a Timber Woods di chiamare al più presto il medico locale Ganderball (Ben Kingsley), che accorre in affanno e cerca di mettere in pratica ogni tecnica più ardita per fronteggiare il piccolo letale rettile senza compromettere la salute dello sventurato.  

Scoprendo, tra incredulità ed amarezza, che la realtà non è come gli è stata descritta e che tutto l'accaduto, ridicolo di per sé, costituisce l'ennesima circostanza che consente all'arrogante colono bianco per prendersi gioco e mortificare la comunità locale, umile e costretta a consentire senza obiezioni di sorta.

Il racconto di Dahl consente a Anderson di strutturare una prosa fitta, addirittura forsennata che fa uso di pochi variopinti sottofondi scenografici, entro cui dare poter dar sfogo ad un resoconto in prima persona in cui la scena si svolge ma soprattutto viene narrata, con chi racconta rivolto spesso a condividere lo sguardo dello spettatore.

E tra le mosse veloci e lo sguardo atterrito di Patel, ed un Cumberbatch che si muove attraverso piccoli gesti appena accennati per non irritare il temibile, piccolo predatore, si fa avanti a dominare la scena il volto deluso e mortificato di Kingsley, medico premuroso e altruista che quasi viene deriso per il suo solerte ed accorato senso di collaborazione.

Il risultato è davvero godibile, a tratti esilarante per come risulta riuscita la recitazione di questi tre straordinari interpreti, davvero a loro agio sotto la direzione magica di Wes Anderson.

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