Regia di Peter Yates vedi scheda film
Un anziano attore prepara la sua ennesima interpretazione di re Lear con l’aiuto del fedele assistente omosessuale, che è la sua ombra e ormai vive in funzione di lui, anche cercando di tenere lontani gli altri; battibecchi e piccoli litigi fanno parte della loro routine quotidiana, che per vari aspetti somiglia a quella matrimoniale. Poi l’attore muore durante la rappresentazione, senza avere una parola per il suo servo di scena. Dramma intimista molto britannico, con cui il regista Peter Yates torna alle proprie radici dopo numerosi lavori americani. Finney gigioneggia, ma è la parte che lo richiede (da ricordare la sua sfuriata perché i rumori prodotti per simulare la tempesta erano troppo fiochi); Courtenay invece lavora di sottrazione, tendendo letteralmente a scomparire: il suo personaggio si è annullato in funzione di un altro, ha negato a sé stesso ogni possibilità di realizzazione, per poi capire che quello che credeva un rapporto di simbiosi era invece parassitismo. Una vita che si scopre improvvisamente e irrimediabilmente priva di senso.
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