Regia di Fede Alvarez vedi scheda film
Ci vuole coraggio a rimettere mano a una delle saghe di fantascienza più amate e più iconiche della storia del Cinema e visto che oggi, grazie anche alla tecnologia, si tende a farlo con quasi ogni classico, anche "Alien" ha il suo ritorno nelle sale. Fede Alvarez se ne assume l'onere e bisogna ammettere, al netto di alcune cose, che l'azzardo è riuscito. Il regista ha un background horror e di altri rifacimenti storici, senza infamia e senza lode, ma qui il "brand" scottava, eccome. Con questo "Alien", che dovrebbe essere episodio a sé, si inizia maluccio, come una specie di teen movie ambientato nello spazio, dove un gruppo di bambocci si avventura in scarpe da tennis su una stazione orbitante abbandonata. Direi malino. Appena la puzza di xenomorfo si fa sentire, il film accelera improvvisamente e, diciamo, dalla mezz'ora in poi, non smette di correre, di avere ritmo, adrenalina, buio e cattiveria. E' qui che vince, Alvarez, ovvero pescando dal secondo episodio di Cameron, per me insuperabile, togliendo i marines, decisamente figure più potenti, e lasciando a questi ragazzini il compito di vedersela con le creature di Giger. Vi sono, necessariamente, riferimenti ai vecchi episodi, (i "sintetici", per esempio), ma la protagonista è una cazzutissima surrogata della Weaver, funziona bene e ne ricalca le orme. Ogni tanto il film scade in una specie di videogioco, ma mai troppo, e l'effetto claustrofobico si sperde, ma pazienza. Il finale, poi, tende all'horror ed è piuttosto disturbante. Un film che va in crescendo, che non diventerà di culto come i suoi fratelli maggiori, ma che ci restituisce, finalmente, della sana fantascienza, cosa che manca troppo nel Cinema attuale, al netto delle stronzate Marvel. Un film sorprendentemente riuscito.
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