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Alien: Romulus

Regia di Fede Alvarez vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Alien: Romulus

di George Smiley
7 stelle

Nello streaming nessuno può sentirti urlare come una fangirl

Dopo esattamente 3 mesi passati in una criocapsula, eccomi a commentare l'ultima fatica del regista e sceneggiatore Fede Alvarez, incaricato di "riportare" alle radici la saga di Alien dopo che i due prequel di Ridley Scott ne avevano spostato il focus dagli alieni titolari della serie ad altre minacce extraterrestri e non e a tematiche più fantascientifiche che orrorifiche. La direttiva è chiara: non rischiare nulla, riproponi ciò che dei precedenti film è piaciuto al pubblico e vediamo se questa saga ha ancora margini di profitto. E il regista uruguaiano, mettendo a disposizione il mestiere e l'esperienza accumulati negli anni dirigendo prevalentemente film horror, oltre ad una conoscenza enciclopedica dei film precedenti, confeziona un film indubbiamente riuscito e accattivante, che ha tuttavia il suo limite principale nell'essere una compilation di "greatest hits" della saga, sicuramente benvenuta ma derivativa. Tra gli aspetti che ho apprezzato maggiormente vi è il ritorno in primo piano della lotta di classe, un tema che si era un po' perso a partire dal secondo capitolo ma che era tornato prepotentemente alla ribalta in quel capolavoro videoludico di Alien: Isolation del 2014 (titolo che viene anch'esso omaggiato nel film di Fede Alvarez e con ragione: è secondo me il miglior prodotto dell'intero franchise dopo il film originale di Ridley Scott), l'utilizzo di un design dello xenomorfo finalmente quanto più vicino possibile a quello del primo lungometraggio realizzato da Giger, e i collegamenti ai vari film della saga, Prometheus e Covenant compresi e persino Alien Resurrection, segno che finalmente si è smesso di rinnegare i capitoli usciti dopo i primi due (la saga di Alien si è, almeno per il sottoscritto, mantenuta sempre su ottimi livelli qualitativi, variando continuamente la formula e apportando sempre nuovi elementi ad ogni uscita, eppure sono in pochi ad apprezzarla nella sua interezza). Mi ha mandato in sollucchero in particolare una svolta di trama riguardante lo xenomorfo del primo film che ha confermato un'idea che ho sempre avuto fin dalla prima visione. L'aspetto visivo della pellicola è anch'esso da elogiare, con un gran lavoro scenografico e di fotografia, oltre a un perfetto sound design. Purtroppo la trama e i personaggi non sono allo stesso livello di ciò che ho elogiato in precedenza: sicuramente il cast è valido e il rapporto tra la protagonista e il suo "fratello" androide è lo scoglio emotivo più saldo dell'intero film, così come alcune svolte di trama sono azzeccate e inserite con i tempi giusti, ma tutto sa un po' troppo di già visto per farmelo piacere fino in fondo. Lo considero un gradino sotto Alien 3, Prometheus e Alien: Covenant e un pelino sopra Alien Resurrection, ma comunque lontano da Alien, Aliens e anche Alien: Isolation. Va benissimo come reintroduzione della saga al pubblico odierno e il successo al botteghino è incoraggiante in tal senso, ma l'auspicio è che dalla prossima puntata si possa tornare ad osare di più. Per il momento, ci godiamo questo efficace, teso ed ansiogeno ritorno di fiamma dell'alieno più bello e amichevole che la storia del cinema ricordi.

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