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The Instigators

Regia di Doug Liman vedi scheda film

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La recensione su The Instigators

di supadany
4 stelle

Ogni soggetto, anche quello che sulla carta si presenta con un profilo invalso per antonomasia, può acquisire una specifica e autonoma definizione in funzione del taglio adoperato. Indubbiamente, le consuetudini hanno una rilevanza preponderante, tendendo a essere confermate e intraprese all’infinito, ma c’è sempre chi prova occasionalmente a uscire dal seminato. Fatto sta che, alla resa dei conti, è sempre e solo la qualità a fare la differenza, decretando vincitori e vinti.

In tal senso, per The instigators marca abbastanza male. Al di là di manchevolezze visibili a occhio nudo anche da un cieco (basta sentirli parlare per farsi un’idea), il film di Doug Liman adotta e persegue una linea guida fuori dai canoni, molto arrembante e altrettanto precipitosa, che lascia quantomeno perplessi, per non dire letteralmente interdetti, perdendo pezzi per strada senza riuscire a individuare fattori in grado di sostituirli adeguatamente.

Rory (Matt DamonJason Bourne, The Martian) e Cobby (Casey AffleckManchester by the sea, L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford), due uomini che versano in grosse difficoltà, vengono assoldati da Besegai (Michael StuhlbargA serious man, Your honor) per compiere una rapina ai danni di Miccelli (Ron PerlmanHellboy, Sons of Anarchy), il sindaco uscente di Boston.

Niente andrà come - malamente - pianificato e i due malcapitati cominceranno una lunga e travagliata fuga, inseguiti da Frank (Ving RhamesPulp fiction, Mission: Impossible), uno che sa come ottenere le cose, e aiutati da Rivera (Hong Chau - The Whale, Downsizing), una terapista che si sta prendendo cura di Rory.

Tra un inseguimento e l’altro, cercheranno un’improbabile via d’uscita, smascherando fatti che andranno a modificare significativamente le prospettive di tutti i personaggi coinvolti.

 

 

Matt Damon, Casey Affleck

The Instigators (2024): Matt Damon, Casey Affleck

 

 

A pochi mesi di distanza da Road House, il discontinuo e attivissimo Doug Liman (Edge of tomorrow, The Bourne identity) torna in pista con un film che si lancia – senza assicurarsi una scialuppa di salvataggio - alla ricerca di aria fresca, affidandosi a una scrittura, fallosa e dimenticabile, di ChuckMacLean (City on a hill).

Sostanzialmente, The instigators fa saltare tutti i parametri standard di quello che in teoria sarebbe un promettente heist movie, con tanto di uomini alla canna del gas, la corruzione a dominare i piani alti della società, personaggi poco raccomandabili e una sola flebile luce che guarda ancora con fiducia nella giustizia.

Pur credendoci, con una bella faccia tosta, dall’inizio alla fine, tanto da non piangere sul latte costantemente versato, sparacchia a vista e finisce spesso in testacoda, per poi rialzarsi facendo finta di nulla, si agita parecchio, ma il motore gira troppe volte a vuoto, e rimane di continuo in superficie, guardando alle disgrazie umane – tra mezze tacche e un contesto in avanzato stato di putrefazione - come i fratelli Coen senza tuttavia riuscire minimamente a intercettarne/replicarne il senso dell’assurdo, tanto che le varie situazioni procurano molti più imbarazzi che sorrisi, mentre per il resto è meglio soprassedere, passando direttamente alla cassa con estremo disappunto.

A tutti gli effetti, la configurazione è disorientante, sviluppata di riffa e di raffa e a scorrimento rapido, con anche il demerito – non di poco conto – di gettare alle ortiche un cast da urlo, un biglietto da visita a dir poco invitante e di conseguenza – alla luce dei risultati - fuorviante. Se Matt Damon e Casey Affleck ce la mettono tutta, disinnescati – anche nella loro fisiologica intesa - da un mood generale che soffre dell’effetto scolapasta (succede di tutto ma ogni spunto finisce direttamente per finire dilapidato nel tubo di scarico), per il resto si parla di un anormale sperpero di risorse in piena regola, con troppe periferiche attivate/disattivate (attori di razza come Michael Stuhlbarg, Alfred Molina, Paul Walter Hauser scompaiono nel nulla da un momento all’altro) e altrettante caricature di incerto/disdicevole gusto (Ron Perlman, Toby Jones).

 

Casey Affleck, Matt Damon, Hong Chau

The Instigators (2024): Casey Affleck, Matt Damon, Hong Chau

 

Francamente, The instigators assomiglia tanto alla classica ciambella che esce dal forno senza il buco, con in aggiunta aggravanti non facili da prevedere/accettare/deglutire come se niente fosse, che generano una clamorosa sproporzione tra potenzialità (inespresse) e risultati (mediocri).

Parte in quarta, bruciandosi varie opzioni su due piedi, e si conclude frettolosamente, senza colpo ferire, mostra un coraggio non ripagato, ammassa dinamiche faticose/rabberciate e procede a briglia sciolta, infischiandosene di ripiegare su qualsiasi forma – seppur minima - di buon senso. Rifiuta pure la luce riflessa dei generi su cui si appoggia (ad esempio, di tensione non ve ne è alcuna traccia), facendosi del male da solo, e propone una raffica di descrizioni striminzite, snervanti e spericolate, perde il passo con troppa facilità e si schianta contro un muro senza nemmeno accorgersene.

Se non altro, è talmente vacuo da farsi dimenticare in un battibaleno.

Squinternato e spossante.

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