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Senilità

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Senilità

di emmepi8
6 stelle

 
Bolognini è un esperto del cinema tratto dai romanzi, qui ha pescato in Italo Svevo, cambiando il periodo di ambientazione che era fine ottocento primi del novecento, portandolo agli anni '20, una scelta più portata a sfruttare meglio una Trieste più disponibile figurativamente in quel periodo, che per ragioni storiche, dato che non c'è nessuna contestualizzazione politica del tempo. Si parte con una produzione Moris Ergas, produttore attivo in Italia, ma ceco di estrazione, che fortunatamente ci risparmiò la presenza di Sandra Milo, sua protetta del momento ed incalzata in diverse sue produzioni, prendendo a prestito da Cristaldi la Cardinale, che a dire la verità, come era successo in precedenza e succederà ancora , è presente per la figura, ma non certamente per la recitazione, dato che il suo ruolo legato molto alla parola era doppiato dalla stesa voce di Il Gattopardo, Solveijg D'Assunta, ma è innegabile la sua figurazione, aiutata non poco dal costumista Piero Tosi. Tullio Pinelli e Goffredo Parise provvedono alla sceneggiatura, con Bolognini stesso, che non è male, ma quello che disturba nel film è la voce fuori campo del protagonista, che sottolinea a sproposito e per di più le varie situazioni o stati d'animo, rovinando l'effetto cinematografico che spesso è palese. Il film non fu molto apprezzato dalla critica, ma rivisto oggi, diciamo pure rende benissimo il tema dell'uomo intrappolato dall'amore, cosa su cui Svevo punta e Bolognini accentua in maniera cinematografica giusta. Nannuzzi fa un lavoro di fotografia a dir poco eccezionale, presentandoci una Trieste soffiata dalla bora e bagnata, che la fa risplendere in maniera eccezionale in una fotografia in un bianco e nero che è un vero e proprio capolavoro. Il titolo Senilità fu contestato sia in fase letteraria che cinematografica, ritenendolo poco attinente, ma a me non dispiace dato che il protagonista esprime il suo disagio di uomo di quarant'anni, che allora non erano certamente quelli di oggi.

 

Sulla trama

Uno schiavo d'amore

Sulla colonna sonora

Piccioni fa un ottimo lavoro

Su Mauro Bolognini

Ottima  mano e realizzazone, peccato la voce fuori campo che sfoglia le pagine

Su Anthony Franciosa

Doppiato eccezionalmente da Romolo Valli, anche se contestato all'epoca, presta perfettamente la sua figura febbricitante

Su Claudia Cardinale

Una figura giusta, come attrice è fasulla, anche se oggi oggi vive di un passato dorato, dovuto più alle scelta fatte per lei da altri

Su Philippe Leroy

L'amico fedele, ottima figura

Su Betsy Blair

Il suo ruolo fisso, ma sempre  convincente

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