Nella grigia Trieste, Emilio, scrittore in crisi creativa cerca una speranza di cambiamento nell'amore per la bella Angiolina, mentre la matura sorella tenta di farsi sposare da un artista spiantato e mondano.
Note
Dignitosa trasposizione del romanzo di Svevo, con qualche semplicismo di troppo. Ma alle volte affiora una sentita malinconia, sopratutto nel rapporto tra i personaggi segnati dalla solitudine e una città chiusa nelle sue atmosfere opprimenti.
Con un bianco e nero maieutico,Bolognini accoglie dall'omonimo romanzo di Svevo proprietà,che radicalizza:secondo valori di esistenziale disvélo,che nel cinema divengono sì rappresentative qualità cognitive, di sintesi-fulcro all'azione -qual devono qui deprimere dialoghi tara di futilità d'egoismi-, sostenuta con precisione, da ogni interprete.
Uno scrittore fallito,Emilio ( Franciosa) si innamora perdutamente di una popolana (Cardinale) abbastanza confusa sui rapporti amorosi che mette ripetutamente in crisi Emilio,dove deve confrontarsi con lo scultore Balli ( Leroy) e provocando pure il suicidio della sorella zitella Amalia (Blair),innamorata di Leroy.
Bolognini trae il film dal romanzo di Svevo descrivendo una Trieste autunnale… leggi tutto
Versione illustrativa e un po’ spenta del romanzo di Svevo, con l’aggiunta di una scena finale che rende ancora più patetico il personaggio di Emilio Brentani (come se ce ne fosse stato bisogno). Gli interpreti sono fisicamente adeguati ai rispettivi ruoli (anche se nell’originale Angiolina era bionda, mentre qui ha un caschetto corvino alla Louise Brooks), ma sono… leggi tutto
Emilio è uno scrittore sulla quarantina, solitario e taciturno in una Trieste cupa e gelida. Conosce Angiolina e comincia a frequentarla, già vedendosi diventare uno sciupafemmine, ma poi scopre che la ragazza ha visto molti altri uomini prima di lui. Nel frattempo lo scultore Stefano, amico di Emilio, comincia a frequentarne la sorella Amalia, destando fortissime gelosie da…
Uno scrittore fallito,Emilio ( Franciosa) si innamora perdutamente di una popolana (Cardinale) abbastanza confusa sui rapporti amorosi che mette ripetutamente in crisi Emilio,dove deve confrontarsi con lo scultore Balli ( Leroy) e provocando pure il suicidio della sorella zitella Amalia (Blair),innamorata di Leroy.
Bolognini trae il film dal romanzo di Svevo descrivendo una Trieste autunnale…
"Nella mia vita non avevo mai creduto a nessun delle felicità che mi si erano offerte. Anzi, non avevo mai cercato la felicità.
Ma com'era più facile rifiutare la felicità, piuttosto che sottrarsi al dolore!
L'unico modo per salvarmi sarebbe stato respingere anche il ricordo di Angelina: cercare di non vederla mai più".
Emilio Brentani, impiegato…
Versione illustrativa e un po’ spenta del romanzo di Svevo, con l’aggiunta di una scena finale che rende ancora più patetico il personaggio di Emilio Brentani (come se ce ne fosse stato bisogno). Gli interpreti sono fisicamente adeguati ai rispettivi ruoli (anche se nell’originale Angiolina era bionda, mentre qui ha un caschetto corvino alla Louise Brooks), ma sono…
E' un film malinconico e triste, di cui da subito non si fatica a immaginare come andrà a finire. Bolognini sa costruire questa atmosfera innanzitutto con l'ambientazione: un bianco e nero livido, con una Trieste autunnale e battuta dalla pioggia e dalla bora, piuttosto astratta e distante. Poi ci contribuiscono anche le musiche meste di Piero Piccioni, che infatti si adattano molto bene al…
«All'inizio [...] si pensa di spostare l'ambientazione a Venezia, in modo da accontentare i distributori americani...» (P.M. Bocchi - A. Pezzotta, Mauro Bolognini, Il Castoro Cinema, p. 67). Con queste premesse, non era facile realizzare un film da Svevo davvero in autonomia. Ecco, allora, la scelta di attori in gran parte stranieri, lo spostamento dell'ambientazione dal 1898 al 1927, un…
Bolognini è un esperto del cinema tratto dai romanzi, qui ha pescato in Italo Svevo, cambiando il periodo di ambientazione che era fine ottocento primi del novecento, portandolo agli anni '20, una scelta più portata a sfruttare meglio una Trieste più disponibile figurativamente in quel periodo, che per ragioni storiche, dato che non c'è nessuna contestualizzazione politica del tempo. Si…
So che mi farò dei nemici ma non ho l’età per farmi ‘catturare’ dall’illustratore Bolognini, ho però l’età per ricordare che dal Bell’Antonio alla Villa del Venerdì, il regista in odore di repêchage…
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Commenti (2) vedi tutti
Con una confezione curata e ben fotografata,Bolognini adatta un romanzo di Svevo.
leggi la recensione completa di ezioCon un bianco e nero maieutico,Bolognini accoglie dall'omonimo romanzo di Svevo proprietà,che radicalizza:secondo valori di esistenziale disvélo,che nel cinema divengono sì rappresentative qualità cognitive, di sintesi-fulcro all'azione -qual devono qui deprimere dialoghi tara di futilità d'egoismi-, sostenuta con precisione, da ogni interprete.
commento di felini