Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Lei ha 14 anni, lui 19; lei perde la verginità e i suoi genitori denunciano lui, reo di aver corrotto una minorenne. La situazione si complica perchè i due ragazzi continuano a frequentarsi di nascosto e lei rimane incinta.
Fassbinder all'epoca viaggiava alla media di 2 o 3 film all'anno e la cosa più sorprendente è la qualità di tali lavori; al di là delle difficoltà tecniche di realizzazione per una simile mole di pellicola, è davvero impressionante la capacità del regista tedesco di portare a termine in maniera compiuta e sufficientemente rifinita tutto ciò. Selvaggina di passo è tratto da un'opera teatrale di Franz-Xaver Kroetz, con una sceneggiatura del regista stesso, ed è un lavoro che ripercorre agilmente alcuni dei temi favoriti dal cineasta, facendo leva su sentimenti forti e situazioni estremizzate; al centro della vicenda c'è la liberazione sessuale della donna, dell'adolescente e anche - perchè no - la libertà sessuale fra differenti classi sociali (in fin dei conti i genitori della ragazza disprezzano il ragazzo perchè è un misero operaio). Ma in sottofondo scorre una trama ben più complessa e improntata sull'aspetto morale della storia narrata: l'eterno ciclo della vita e della morte sembra spezzarsi, per farla breve, di fronte alla malvagità e all'ingiustizia, generando in definitiva soltanto dolore per i colpevoli. Una visione fin troppo schematica, certo in linea con la cultura del centronord europeo; il ritmo è un po' altalenante e la prevalenza netta di scene in interni con pochi attori e molti dialoghi sono tutte caratteristiche che si richiamano alla rapidità di esecuzione tipica del regista, di cui si accennava in apertura. A interpretare la protagonista è chiamata Eva Mattes, già vista nel precedente Le lacrime amare di Petra von Kant (1972) di Fassbinder, affiancata negli altri ruoli centrali da Harry Baer e Jorg von Liebenfelß; in parti minori, fra gli altri, Kurt Raab, Hanna Schygulla e il fidanzato di Fassbinder El Hedi ben Salem. 5/10.
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