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Napoli

Regia di Mario Salieri vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Napoli

di undying
8 stelle

La conclusione della carriera malavitosa di un mafioso d'altri tempi, incapace di sopportare l'attuale declino etico e morale della città. Salieri dirige un hard quasi neorealista, strutturato a flashback, nel quale - ancora una volta - il sesso è subordinato a un racconto, a una trama, a una storia malinconica e ricca di significati (im)morali.


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Napoli, 29 aprile 1989. Don Gennaro sta organizzando il matrimonio della figlia (Julia Taylor), destinata in sposa a un brillante architetto (Francesco Malcom). Durante il pranzo di nozze, Don Gennaro viene catturato dalla polizia. A condurre l'operazione è l'ispettore Vincenzo, un amico di lunga data con il quale Gennaro ha condiviso i difficili anni della Seconda guerra mondiale quando, nel 1943, le truppe alleate entrarono nella città. Abbandonato dal padre, il piccolo Don Gennaro fu accolto in casa del "Capitano", padre dell'ispettore Vincenzo e di una bellissima ragazza muta, fidanzata dello stesso Gennaro e volgarmente posseduta, mediante ricatto, da due ufficiali americani.

 

"Ho capito tante cose nella mia vita: che servono i soldi, il potere. Chi ha il potere è forte e chi non ce l'ha è scamazzato."

(Don Calogero)

 

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Napoli: Monica Roccaforte 

 

Sui titoli di testa scorrono le parole di Reginella (canzone napoletana composta nel 1917 da Libero Bovio e Gaetano Lama), mentre l'incipit introduce una Napoli malavitosa, popolata da individui potenti e pericolosi (Don Gennaro), ma a suo modo ancora legati a una filosofia mafiosa paternalista, capaci di offrire quel supporto economico e quella (incerta) "legalità" che lo Stato non è in grado di garantire. Mario Salieri scrive, produce e dirige un hard che assume l'aspetto di un dramma dai toni neorealistici (la parlata dei protagonisti è strettamente territoriale), strutturato in maniera molto originale: la cornice della vicenda è infatti ambientata sul finire degli anni Ottanta, con prologo posto in chiusura, mentre la storia si sviluppa tramite lunghi flashback che riportano a fatti accaduti sul finire della Seconda guerra mondiale, quando Napoli viene liberata dalle forze armate americane. Salieri rimanda le sequenze hard per lungo tempo, le alterna narrando una storia - che funziona anche se priva degli animati amplessi -, facendole comparire al momento meno prevedibile (l'ufficiale americano femminile con tre carcerati, la sposa che il primo giorno di nozze si concede alle guardie del corpo, la ragazza muta con due soldati), predilige toni fotografici oscuri, riprendendo spesso in penombra o in ambienti poco illuminati. Il suo approccio al porno è di tipo funzionale: le attrici partecipano con slancio, dando vita a impressionanti rapporti sessuali guidati da perversi e disinibiti partners sempre pronti all'azione, ma il tutto inserito in un contesto tragico e pessimista. Afferma Don Calogero, pronto a farsi ammanettare, incapace di reagire, stanco di vivere in un mondo che ha perso ogni riferimento morale: "Mi dovete credere: il potere, i soldi... stancano. E ve lo dice uno che ne ha tenuto tanto. Quando eravamo giovani, esisteva la famiglia, l'amore, l'amicizia. Non esiste più niente... niente, mi dovete credere...". Vincitore del "Venus Awards" (Berlino) nel 2000 (Best Newcomer - Female: Julia Taylor), Napoli s'inserisce coerentemente nella corposa filmografia di Salieri, regista di pellicole per adulti che offrono un tipo di erotismo esplicito e d'effetto, ma sempre e soltanto posto in subordine a una trama, una storia, un racconto articolato, complesso, intriso di intimi risvolti capaci di far emergere con prepotenza aspetti etici e morali, pur se apparentemente in contrasto con le azioni "immorali" compiute dai subdoli protagonisti.

 

"Sono anni che cantiamo canzoni e, mentre cantiamo, una società spietata sta lentamente divorando le nostre coscienze. Vincenzo... Gennaro, chiunque tu sia, cantaci un'altra canzone ed aiutaci a dimenticare."

(Didascalia conclusiva)

 

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Napoli: Joaly 

 

Curiosità 

 

Oltre al testo di Reginella, orecchiato durante lo scorrimento dei generici, durante il pranzo di nozze Don Calogero propone un altro brano musicale italiano del 1925, scritto da Vincenzo D'Annibale e Libero Bovio: 'O paese d' 'o sole.

 

Nei titoli di coda compaiono i seguenti ringraziamenti: al comune di Frosinone, di Napoli, agli abitanti di Pomigliano D'Arco, alla Banda di Balsorano e alla Discoteca San Francisco. 

 

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Napoli: Julia Taylor 

 

Il potere e le sue diverse facce

 

"In Napoli (2000), il matrimonio tra un giovane architetto rampante (Francesco Malcom) e la figlia (Julia Taylor) di Don Gennaro è il pretesto narrativo per ripercorrere con gli occhi di questi le vicende della liberazione di Napoli nel 1943 da parte delle truppe alleate. Mentre si svolge il pranzo di nozze la polizia prepara l'arresto di Don Gennaro che si troverà ben presto di fronte a Vincenzo, un suo amico con il quale aveva condiviso quegli anni difficili, e che ora è ispettore di polizia. Il dialogo finale tra i due evidenzierà come le medesime vicissitudini abbiano determinato scelte di vita molto differenti, ma nonostante ciò unite da una comune volontà di disporre della vita altrui. (...) L'amara consapevolezza del proprio costretto adattamento a processi sociali non condivisi è rinnovata nel personaggio di Don Gennaro in Napoli - una Napoli scenario della Liberazione postbellica e occultata dietro la presunta fatuità di 'Reginella' – che si rivelerà essere, nella sua ambiguità di mafioso, null'altro che il prodotto finale di un processo sociale che ha espulso i valori della famiglia, dell'onore e dell'amicizia per far posto a quelli del potere e del denaro. Alla stregua di un canto omerico, la canzone partenopea assurge, in Napoli, a obliante sinecura per una 'società spietata [che] sta lentamente divorando le nostre coscienze' e dove il disporre del corpo di donne compiacenti non è più piacevole del disporre della vita altrui. Sentimentalmente legato alla capitale partenopea, Salieri la userà nuovamente come metafora non troppo occulta di un corpo femminile straziato e vilipeso ne La dolce vita (2003)."

(Saverio Giannatempo) [1]

 

 

NOTA

 

[1] "SchermiHardenti - Pornocinema italiano e dintorni" (Profondo rosso edizioni), pag. 146 - 137 - 138.

 

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Napoli: Francesco Malcom 

 

"Chi non ha mai assaporato il profumo inebriante del potere non può immaginare l'improvvisa scarica di adrenalina che irradia il corpo da capo a piedi, che scatena l'armonia dei gesti, che cancella ogni fatica e ogni realtà contraria al vostro piacere, l'estasi della sfrenata potenza di chi ormai non deve più lottare, ma soltanto godere di ciò che ha conquistato, gustandosi all'infinito l'ebbrezza di incutere timore."

(Muriel Barbery)

 

F.P. 04/10/2023 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 80'38")

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