Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
"Il segno" é uno degli ultimi lavori televisivi di Bergman, pur essendo girato circa vent'anni prima della sua morte, ed è un'opera pochissimo conosciuta che sono riuscito a vedere solo di recente su Youtube dopo averla cercata per molti anni. Si tratta di un'ennesima esplorazione dei labirinti mentali di una donna affetta da allucinazioni che trascina il marito nella sua follia fino alla tragedia; sembra in qualche modo ricollegarsi soprattutto a "Come in uno specchio" per l'importanza della fede religiosa e la presenza di Harriet Andersson, qui alla sua decima e ultima collaborazione con il Maestro. È un film decisamente pessimista, spesso cupo e girato con un'estetica volutamente televisiva, con riprese effettuate in videotape e pochissimi ambienti in cui si svolge la vicenda, quasi tutti interni; sembra che Bergman rimase contrariato dal fatto che il suo precedente film televisivo "Dopo la prova" fosse stato distribuito nei cinema in molti paesi al di fuori della Svezia, e stavolta realizzò un'opera che non poteva essere fruita al di fuori dello schermo televisivo. A mio parere il risultato è onorevole, un tv movie che nonostante quanto si è detto resta spiazzante, problematico, inquietante, senza offrire soluzioni di comodo all'inferno della coppia, stavolta sconvolto dell'elemento della malattia mentale. Una Andersson cinquantatreenne all'epoca delle riprese ritrova lo smalto delle sue migliori interpretazioni con Bergman ed è efficacemente affiancata da Per Myrberg, volto nuovo nel cinema bergmaniano che a quanto mi risulta in Svezia é un cantante piuttosto famoso. La mancanza di un lavoro sull'immagine paragonabile in qualche modo a quello di artisti come Nykvist é l'elemento che gioca un po' a sfavore nonostante le intenzioni di Bergman andassero esattamente in quella direzione; il film è da vedere soprattutto per gli appassionati del cinema del Maestro, che troveranno un'ulteriore disamina delle problematiche etiche ed esistenziali che hanno accompagnato tutta la sua opera cinematografica.
Voto 7/10
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