Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Brave a ballare e cantare, mediocri a raccontare...
Mosso più dalla curiosità delle tante candidature e i premi vinti che dal genere, visto che mal digerisco i musical, ho voluto dare una chance a EMILIA PEREZ di Jacques Audiard. E l’indigestione si è fatta sentire molto, nonostante la passabilità del film.
L’avvocatessa Rita Mora Castro, dopo aver vinto una causa finendo più del solito sotto i riflettori, viene ingaggiata in segreto dal capo del cartello messicano Juan “Manitas” Del Monte. Volendo cambiare sesso e vita le da’ il compito di trovargli un chirurgo plastico disposto ad operarlo e di mettere al sicuro moglie e figli. L’operazione riesce, loro vanno in Svizzera, lui inscena la sua morte e lei diventa ricca. Passano degli anni e le due si incontrano a Londra, Rita viene di nuovo ingaggiata da Emilia per far tornare moglie e figli (fingendosi una parente di Manitas) a Città del Messico e di passare del tempo con lei. Una volta lì Emilia decide di creare un’organizzazione no-profit per aiutare i parenti delle vittime del cartello della droga, ma non è del tutto sicuro che lei sia davvero cambiata dalla sua vecchia vita.
Emilia Pérez (2024): Zoë Saldana
Sinceramente è un problema mio: le canzoni e le sequenze di ballo saranno ben fatte, la fotografia curata, la musica buona, il sonoro più azzeccato in certi momenti, le attrici Zoe Saldana e Karla Sofia Gascon brave e in parte, le tematiche affrontate come l’emancipazione, la ricerca di se stesse, le condizioni sociali in Messico interessanti e l’argomento delle seconde occasioni messo in scena in maniera particolare così come la sfaccettatura di Emilia dove corpo e anima non sono al 100% di pari passo; ma purtroppo la scelta del musical non è proprio nelle mie corde. Anche perché se cantano e ballano, così senza motivo, si spezza il ritmo della narrazione. Se poi si decide di mettere degli elementi narrativi importanti durante il canto la cosa diventa ancora più difficile.
Emilia Pérez (2024): Karla Sofía Gascón
Comunque i veri problemi sono altri: tanto per cominciare Selena Gomez come moglie dell’ex boss non ci sta’ proprio, nemmeno come personaggio, dove il più delle volte ricerca più la standing ovation canora che a raccontare se stessa. A volte la sceneggiatura è rovinata dalla messinscena e altre volte succede il contrario. Ad esempio Rita riconosce dopo poche linee di dialogo Emilia mentre la sua famiglia no (che per logica hanno vissuto insieme per anni), ma si vede molto che Emilia è un trans e somiglia molto a Manitas, perciò come “cugina del boss” sbucata così dal nulla non è credibile. Oppure si decide di raccontare tramite canzoni delle cose, ma poi nelle parti non cantante accadono forzature rendendo il tutto retorico. Capisco la particolarità dell’opera, ma era più credibile spingersi maggiormente nel surreale grottesco che nella prosa musical. In quest’ultimo caso, anche a costo di sembrare poco inclusivo, a interpretare Emilia doveva farlo una donna.
Emilia Pérez (2024): Selena Gomez
Inoltre, se nella prima parte il film mette delle buone basi (anche se qualcuna forzata), dalla seconda parte in poi si prendono decisioni alcune stupide ed altre poco credibili. E infine si racconta tanto, ma si approfondisce tutto poco con personaggi a volte accantonati.
Si è visto di peggio, non è brutto, ma sicuramente sopravvalutato.
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