Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Un'ultima notte in attesa della partenza per il rientro. Un'ultima giornata trascorsa a Palermo senza sapere che da lì in poi tutto cambierà in maniera inattesa. Gabriele Muccino, dopo aver esplorato il mondo di celluloide a stelle e strisce - ben quattro le pellicole girate dal regista romano negli USA - E averci già portato con L'estate addosso (id.; 2016) a vivere le esperienze estive di uno studente italiano in terra americana; questa volta ci fa percorrere la strada inversa: una coppia di sorelle californiane è giunta all'ultima tappa di una vacanza lunga e distensiva nel "bel paese". Sophie si è lasciata alle spalle i problemi che l'affliggono oltre oceano ed è accompagnata da Rachel, la sorella maggiore, che l'ha obbligata a un tour de force fra visite a mostre d’arte, chiese e catacombe. Sophie, stanca di tutto, questo preferisce concedersi un'ultima giornata in spiaggia e durante un bagno s'imbatte per puro caso in Giulio (Saul Nanni) un ragazzo che sta trascorrendo assieme a tre amici d'infanzia, un pomeriggio nella baia di fronte all'albergo dove soggiornano le due sorelle. Da quel momento la ragazza verrà catapultata in ventiquattrore capaci di stravolgerne un'esistenza fino a quel momento tranquilla.
Cosa scatti però nella mente della newyorchese Elena Kampouris, già vista nei due sequel de Il mio grosso e grasso matrimonio Greco (My Big Fat Greek Wedding; 2002), non ci è dato saperlo. Forse l'eccitazione per qualche cosa d'inatteso. La passione per un ragazzo del luogo, o l'amicizia fraterna che lo unisce a tre sodali inseparabili, fra i quali si staglia il Komandante, impersonato dallo spezzino Lorenzo Richelmy. Il tutto per farla diventare protagonista di una simil spy story degna di Intrigo Internazionale (North by Northwest; 1959) ma con meno pathos, meno appeal e molta meno moralità, perché i 'buoni' in tal caso non sono di certo i protagonisti. E con una narrazione preda di molta confusione.
Presentata in anteprima nella sezione Grand Public dell'ultimo Festival del cinema di Roma, l'ultima fatica di Gabriele Muccino, che ha cercato di sfruttare tutti gli stilemi degli action-movie per riscuotere un miglior successo internazionale, per il quale Here Now è il titolo dell'opera, crediamo non sarà ricordata come tra le imperdibili della sua filmografia. Difatti Il primo tentativo di spostare il focus narrativo verso temi drammatici venati di ombre thriller, che non siano la vita famigliare o l'amicizia, è stato eseguito trasportando la narrazione su un territorio ove tutto è troppo sopra le righe, al punto di risultare inverosimile e privo di senso.
Pellicola quindi degna di menzione per l'eccellente fotografia, firmata da Fabio Zamarion, e per le scene d’inseguimento. Ma decisamente risibile per tutto il resto.
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