Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Arrivata dalla California insieme alla sorellastra (Kammer) per una vacanza in Italia, una volta giunta a Palermo - ultima tappa del giro - la ventenne Sophie (Kampouris) si imbatte in un gruppo di balordi, innamorandosi all'istante di uno di loro (Nanni). E già qui se ne potrebbe avere a sufficienza per uscire dalla sala. La vicenda, in unità di tempo e di luogo, invece continua con la ragazza che - dopo varie scorribande notturne - finisce anche col fare una rapina con i suoi nuovi sodali, braccata dalle forze dell'ordine.
Dopo una irrefrenabile discesa verso il basso (Quello che so sull'amore, Padri e figlie, L'estate addosso, Gli anni più belli), Gabriele Muccino - qui autore anche di soggetto e sceneggiatura (si fa per dire: il film, a dispetto dei titoli di testa, è il remake di Victoria, di Sebastian Schipper) - tocca il nadir della sua produzione da regista con un film inverecondo, senza capo né coda, interpretato malissimo e fotografato peggio (insopportabile l'oleografia con cui viene ritratta Palermo), nel quale allo spettatore non si chiede solo la sospensione dell'incredulità, ma persino l'accettazione di una miriade di situazioni completamente inverosimili. Segno tangibile di una sciatteria indomabile che si accompagna con un registro perennemente enfatico, che caratterizza all'ennesima potenza un tratto visibilissimo delle opere del regista romano: quello di un cinema urlato, costantemente sopra le righe, tonitruante come lo è anche l'accompagnamento musicale, invadente più che mai. Senza esagerazioni: uno dei film più brutti, ma proprio brutti, dell'ultimo decennio. Non si salva neppure il titolo, indizio di una disperante mancanza di idee. Voto: 0.
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