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Testimone oculare

Regia di Lamberto Bava vedi scheda film

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La recensione su Testimone oculare

di undying
7 stelle

Serrato thriller di impianto hitchcockiano, ben diretto da Bava e ottimamente recitato da Barbara Cupisti, attrice destinata qui a vestire i panni di una "non vedente", suo malgrado testimone di un omicidio. Rientra nel ciclo televisivo "Alta tensione", rilasciato in prima TV solo dopo oltre dieci anni dalla realizzazione.

 

locandina

Testimone oculare (1990): locandina

 

Elisa (Barbara Cupisti) e Karl (Giuseppe Pianviti) - amici diversamente abili appartenenti a una comune - stanno visitando un supermercato. È ormai orario di chiusura e Karl si vede costretto a lasciare sola Elisa (non vedente) per uscire a spostare l'auto. La ragazza rimane così chiusa all'interno, suo malgrado costretta ad assistere con il senso dell'udito, non vista dall'assassino, a un delitto: il direttore del centro commerciale (Alessio Orano) tortura, violenta e uccide un'impiegata (Loredana Romito), fermatasi oltre l'orario di lavoro ufficialmente per fare straordinari, di fatto per incontrarsi con il fidanzato. L'indagine viene affidata al commissario Mara (Stefano Davanzati), il quale è convinto che a compiere il delitto sia stato Karl. Nel frattempo l'assassino, chiamato a testimoniare, scopre che qualcuno era presente durante l'omicidio. Dopo aver ucciso per errore Tiziana (Mary Sellers), l'assistente di Mara, si mette sulle tracce di Elisa.

 

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Testimone oculare: Barbara Cupisti 

 

Bava chiude l'interessante ciclo televisivo "Alta tensione" con un thriller molto ben costruito, basato su un suo soggetto (scritto in collaborazione con Andrea Piazzesi, anche co-produttore assieme al regista) sviluppato in sceneggiatura da Massimo De Rita e Giorgio Stegani. Ottimo il reparto tecnico, ormai consolidato per l'occasione, che contempla Gianfranco Transunto come direttore della fotografia e Simon Boswell a comporre una lenta, suggestiva, pertinente, soundtrack basata sulla ripetizione di otto note musicali (variazione eccentrica del motivo "Sette note in nero", udibile nell'omonimo film di Lucio Fulci). Elegante, raffinato, sviluppato in un contesto scenografico molto ben costruito (a cura di Enzo De Camillis), Testimone oculare può contare - oltre che alla solida, inappuntabile direzione di Bava - sulla magnifica, sentita, interpretazione di Barbara Cupisti, all'epoca (assieme alla figurante Mary Sellers) attrice di rilievo (nonché fidanzata di Michele Soavi) nel genere horror, cui fa da supporto l'altrettanto perfetta immedesimazione di Alessio Orano nel ruolo di perverso e sadico "strangolatore". La destinazione finale del prodotto impone al regista di contenere i dettagli gore (pressoché del tutto assenti), a favore di un clima di tensione saturo di suggestioni hitchcockiane (comprendenti anche la tendenza al cameo dato che il cineasta compare nel ruolo di receptionist dell'hotel in cui soggiorna Elisa), rielaborate in una personalissima e distinta versione, addirittura autocitazionista (il cutter sfoderato dal killer, fissato in primo piano alla M.d.P., rimanda ad analoga sequenza presente ne La casa con la scala nel buio). Come i restanti film della tetralogia, estremamente cinematografici pertanto eccezionali al medium, anche Testimone oculare è stato trasmesso in prima TV dopo oltre dieci anni di tempo dalla realizzazione, ovvero a notte fonda nel mese di giugno del 1999.

 

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Testimone oculare: Barbara Cupisti e Giuseppe Pianviti 

 

La parola a Lamberto Bava [1]

 

"L'idea era di Andrea, Il soggetto mio e suo, chi poteva scrivere la sceneggiatura? Lo chiesi a un grande, Massimo De Rita. Era anche stato il direttore di produzione della Maschera del demonio di mio padre, da anni aveva abbandonato il set, ma era uno dei più noti scrittori di cinema. Non lo vedevo da allora, non era cambiato, fisico asciutto, sguardo sorridente ma penetrante; da piccolo pensavo: «Se mi guarda negli occhi, mi entra dentro e scopre i miei difetti». Cercavo sempre di sfuggire il suo sguardo. Non era così, con Mario erano stati molto amici, mi voleva bene. Accettò con piacere, prese in mano la storia, la fece a brandelli, la contorse, aggiunse personaggi e situazioni, le diede un carattere e una ragione. Ne venne fuori un giallo tosto, umano, con personaggi veri. Era un piacere andarlo a trovare: prima il rito del caffè, sentivi già l'odore quando parcheggiavi nel giardino, fatto espresso con le capsule, la prima macchinetta che avessi mai visto in assoluto in una casa; poi ti leggeva quello che aveva scritto, gli piaceva vedere le mie reazioni. Lo aiutava un suo amico, Giorgio Stegani, che aveva fatto buoni film come regista, e divenne anche mio amico. Nel Testimone oculare, la non vedente era una bella parte. Come in Macabro, mi ricapitava un attore che doveva fare il cieco, anzi un'attrice; non la volevo indifesa ma tosta, lo richiedeva il personaggio. Doveva avere gli occhi importanti, una recitazione quasi istintiva, non vedeva ma doveva toccare, sentire, odorare, così riconosceva l'assassino che non aveva potuto vedere. Feci una bella scelta, Barbara Cupisti. Giovane, bionda, con gli occhi chiari, ancora oggi la considero giusta per quella parte. Riempie bene il suo personaggio, quando capisci che è cieca, non dubiti mai che non lo sia. Era importante il commissario, cazzuto e menefreghista. Stefano Davanzati lo rese vero e credibile. Un attore di carattere, con Barbara una bella coppia, combattiva e capocciona, tutti e due di razza toscana. Sapevi chi era l'assassino dall'inizio del film, lo spettatore lo sapeva subito, lo vedeva uccidere la prima vittima. Chi non sapeva chi fosse stato era la non vedente. Questo colpiva. L'assassino veniva a sapere di un testimone ma non sapeva chi fosse, come non lo sapeva chi aveva assistito al delitto, perché non lo aveva potuto vedere. Bella scelta, ottima faccia, quella di Alessio Orano. Un attore conciso, importante, giusto nella parte, la sua presenza faceva veramente paura. Altri attori a me cari, Mary Sellers, Francesco Casale e Giuseppe Pianviti. A Mediaset non importava nulla delle vendite all'estero, allora decidemmo di girarlo in italiano. Che scoperta, gli attori con le loro voci, i loro accenti: non stavo nella pelle, sembrava un film vero. Era tornato mio figlio Roy, reduce dagli studi in America e dal servizio militare. Girai nel primo centro commerciale aperto a Roma, tornai a San Benedetto, per girare il commissariato, la pensione e l'albergo abbandonato. Il film era molto ambientato di notte. Barbara/Elisa, la testimone non vedente, per il suo carattere cocciuto e sfrontato, rischiava più volte la vita. Ottime le scene nelle strade di notte, la pensione con lo scambio di vittima, non la cieca ma la poliziotta Mary Sellers: qui saliva la tensione, avevo ben studiato il crescendo degli avvenimenti. Altre scene da ricordare, il cantiere navale e l'albergo in ristrutturazione con la piscina pensile e la bocca vuota e pericolosa del vano dell'ascensore, credo di buon cinema, c'è la mia impronta. Gianfranco Transunto aveva finalmente capito che non stava facendo un film culturalmente impegnato, ma un giallo, e usò benissimo la luce nelle scene notturne. Buone anche le musiche di Simon Boswell. Mi piacevano quelle delle Foto di Gioia, quelle del Gioko, ma queste erano ancora meglio. Il film, col tempo era destinato all'oblìo, non sono mai stati fatti i dvd, di questo come di tutta la serie: forse non è importato niente a nessuno, me compreso. Se ci ripenso oggi, è un peccato, sento come una parte di me che sta morendo."

 

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Testimone oculare: Loredana Romito 

 

"Alta tensione" - La serie completa

 

1 - Il maestro del terrore 

2 - L'uomo che non voleva morire 

3 - Il gioko

- Testimone oculare 

 

NOTA

 

[1] "Lamberto Bava - Il maestro del terrore" (Nocturno libri), pag. 202 - 203 - 204.

 

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Testimone oculare: Alessio Orano 

 

"Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi."

(Italo Calvino)

 

Testimone oculare (Lamberto Bava, 1989)

 

F.P. 24/03/24 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 95'45")

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