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Là dove scende il fiume

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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La recensione su Là dove scende il fiume

di marco bi
8 stelle

John Ford e Anthony Mann, entrambi eccellenti registi, ci hanno regalato grandi, bellissimi film western (ma non sono stati i soli). Il primo prediligeva come interprete dei suoi film John Wayne, il secondo James Stewart che, per la sua duttilità, veniva utilizzato anche da Ford, invece Mann non ha mai lavorato con Wayne. I film di John Ford narrano storie mitiche, leggendarie, illustrate con paesaggi favolosi (vedi la ricorrente Monument Valley), i suoi personaggi sono  ingenui sognatori, pacatamente attaccati al dovere e un tocco di humour non manca mai. Anthony Mann preferisce storie di disperati con  doppia personalità che devono riscattarsi da un passato oscuro o vendicarsi fino a far scorrere il sangue e qui la  natura è selvaggia, ostile, la vita è dura e non c’è voglia di scherzare. Glyn (James Stewart) e McCole (Arthur Kennedy) sono due ex predoni, si conoscevano “di fama” perché entrambi erano temuti e rispettati. Dopo aver in passato “assaggiato la corda”, per cambiar vita si aggregano, in tempi diversi, ad una carovana di coloni in cammino verso terre da coltivare. Prima e durante il viaggio si salvano la vita a vicenda e si innamorano della stessa donna ma mentre Glyn è fermamente deciso a cambiar vita, McCole, attratto dal facile guadagno cerca di rivendere le provviste dei coloni ai cercatori d’oro disposti a pagarle dieci volte il loro valore vista la scarsità di viveri a Portland per l’arrivo di tanti personaggi tra cui un ambiguo giocatore di carte (Rock Hudson). McCole però non ha fatto i conti con Glyn che difenderà, con le unghie e con i denti, le provviste ed il proprio futuro di uomo redento. Spettacolari le riprese tutte in esterni che aumentano il pathos della storia: infatti quando la carovana arranca con difficoltà sui sentieri veramente sconnessi, sentiamo anche noi la fatica nel condurre le carrozze e cambiare le ruote che si rompono. Rari sono i primi piani ma quando arrivano rimaniamo colpiti nel vedere tanta cattiveria impressa negli occhi dei protagonisti maschili o sorpresi dalla bellezza di quelli della protagonista femminile (Julie Adams). Il film è corto, la trama è scarna ma grazie anche a Borden Chase (Winchester ’73, il fiume rosso ecc.), uno dei migliori sceneggiatori di film western, appassiona come pochi e dispiace trovare nel “Mereghetti” solo 2 stellette e ½! Ultima nota, nel ruolo dell’anziano c’è un grande caratterista, lo abbiamo visto in decine di film, ma  nessuno ricorda mai il suo nome, voglio farlo io : Jay C. Flippen.

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