Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Quintessenza della poetica manniana. In “Bend of the river” troviamo tutti i temi del western tradizionale (confronto Uomo/Natura, amicizia virile e suo tradimento, febbre dell’oro e avidita’, senso di colpa e redenzione, banditismo e civilta’, individualismo ed etica comunitaria etc…), declinati secondo lo sguardo (esistenziale e filosofico) di uno dei Maestri del genere. Non c’e’ solo un corposo ed omogeneo miscuglio di temi, caratteri e situazioni derivate dai classici Ford e Hawks, ma c’e’ di piu’: una sottile, sofferta, amara e tormentata riflessione sull’Uomo e le sue contraddizioni. C’e’ lo spettacolo, l’azione, il technicolor, ma ci sono anche una profondita’ e una complessita’ contenutistica e formale davvero sorprendenti. Rispetto a Ford, l’idealismo romantico e “mistico” e’ rimpiazzato da un realismo piu’ aspro, ombroso, malinconico, consapevole, in cui il lirismo e l’eroismo si tingono di lacrime e sangue, e i momenti di distensione e gli slanci epici altro non rappresentano se non il desiderio dei vecchi anti-eroi di tornare ad essere in pace con se stessi.
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