Regia di Yilmaz Güney vedi scheda film
Qualche critico ha un po' sottovalutato l'ultimo film di Güney, realizzato in condizioni critiche in Francia, ma "La rivolta" è un capolavoro del cinema carcerario.
Scandite dai canti e dalle marce di un plotone di soldati, si susseguono le tristi giornate dei detenuti all'interno di un carcere turco della capitale Ankara. All'interno del carcere sono le donne, i criminali comuni adulti, i detenuti politici (reclusi al buio come talpe) e i minori. Proprio nel quarto padiglione, dove sono ristretti questi ultimi, si concentra l'azione del film, che si concretizza in una serie di episodi tragici che toglieranno ai protagonisti anche il barlume di speranza che avevano all'inizio. La speranza dei giovani detenuti non è quella di uscire, di una vita migliore, di riabbracciare la famiglia (che spesso non hanno mai avuto), ma soltanto quella di essere trasferiti in un carcere meno duro, dove sia possibile guardare la tv o almeno, attraverso le sbarre della finestra, vedere il mare o gli autobus che passano sull'autostrada. E invece, niente: la vita carceraria è fatta di botte, delazioni, lotte per il pane, umiliazioni. L'unico barlume di speranza è dato da un bambino che nasce in galera a dispetto di tutto, anche dell'assenza di un po' d'acqua calda, mentre ogni rivolta è destinata a fallire, ogni fuga destinata alla cattura e anche la speranza di un carcere meno peggiore si rivelerà vana illusione.
Pare che Güney non sia stato molto tenero con gli attori - per la maggior parte immigrati tedeschi di Germania o nordafricani delle banlieues francesi - durante le riprese, ma quello che traspare dal film è l'umanità per i personaggi e la tristezza per le condizioni della Turchia durante la dittatura militare. Non si dimentichi che il regista curdo aveva passato lunghi anni nelle carceri turche; per questa ragione si può con ragione concoradre con Tullio Kezich, quando definisce "La rivolta" «un film nobilmente oratorio e circostanziato come un atto d'accusa».
Pur lasciando esterrefatti, è meglio a nostra volta non commentare il precedente commento sul film fatto da kappadue83.
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