Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film
VOTO: 7,33 su 10
La servetta Hamako arriva a servizio dell'ammirata signora Yuki Shinano, di nobili origini. La vita reale della signora si rivela ben diversa da quella idealizzata che l'ingenua cameriera immaginava: Yuki, oltre ad essere caduta in difficoltà economiche, è intrappolata in un matrimonio infelice, con il marito che la tratta con sufficienza e insensibilità e le porta in casa l'amante volgare e impertinente. La donna bistrattata trova la sua consolazione nell'amore di Masaya, insegnante di koto (strumento a corde tradizionale). Tuttavia, bloccata dalle convenzioni sociale, dalla mentalità del tempo, ma anche dalla sua stessa debolezza che tanti le rinfacciano, le manca il coraggio di porre fine a quel matrimonio soffocante e di chiedere al marito il divorzio.
In questo melodramma non tutto è in perfetto equilibrio come nelle migliori opere del regista: certi snodi della sceneggiatura arrivano un po' improvvisi e non sono del tutto comprensibili ed il personaggio di Hamako, attraverso il cui sguardo dovremmo vedere la storia della padrona, viene ben presto messa sullo sfondo, riducendosi a testimone silente degli eventi. Tuttavia Kenji Mizoguchi con la sensibilità e partecipazione con cui traccia questo ritratto di infelicità femminile e coniugale dimostra la sua innegabile capacità nel raccontare la condizione della donna, che toccherà il vertice nel successivo capolavoro Vita di O Haru . Per i tempi (1950) il film appare certamente esplicito nell'affrontare i temi della sessualità : non solo l'adulterio, ma anche scene di brutalità del marito e l'insopprimibile attrazione fisica nei confronti del detestabile consorte, che Yuki tanto si rimprovera come una delle sue molteplici debolezze.
L'abilità del regista si rivela nell'eleganza della messinscena e nelle ambientazioni domestiche e naturalistiche , il paesaggio del giardino ed i panorami sul lago, come inquadra stanze da letto attraverso le trasparenze di tendaggi e le porte scorrevoli delle case giapponesi. Tocco da maestro finale una splendida gru che ci anticipa senza mostrarcela la tragedia , mentre la pellicola si chiude con il gesto rabbioso della delusa Hamako nei confronti della padrona a cui è mancato il coraggio di permettersi di vivere una vita felice.
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