Regia di Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì vedi scheda film
Roma di notte: una guida alle contraddizioni, agli eccessi e alle bizzarrie che hanno animato negli ultimi decenni la Capitale dal tramonto all'alba. Un'indagine semiseria condotta da Roberto D'Agostino e Marco Giusti, con interventi – tra gli altri – di Enrico Vanzina, Vladimir Luxuria, Carlo Verdone, Sandra Milo, Massimo Ceccherini.
Il nucleo del racconto ruota tutto attorno alla Roma notturna degli anni '80, ma le divagazioni portano i due conduttori dell'indagine a spaziare tra le epoche, i luoghi e persino gli argomenti (non c'entra nulla, per esempio, l'aneddoto narrato da Verdone su Sordi nel giorno del suo ottantesimo compleanno: ma è troppo gustoso, e ovviamente intriso di romanità, per non essere incluso nel lavoro). La base di partenza è un posto nostalgico nel cuore di Roberto D'Agostino, ma anche di Marco Giusti; il primo parla a macchinetta, il secondo per lo più annuisce, atteggiamento che aumenta l'autorevolezza delle sue sporadiche sentenze più lunghe di qualche parola. Una coppia assortita in maniera eccellente proprio per le evidenti, macroscopiche differenze tra i due; e anche tra gli intervistati spiccano nomi che difficilmente si potrebbero accostare altrove, da Vladimir Luxuria a Massimo Ceccherini, da Sandra Milo a Vera (figlia di Giuliano) Gemma. Ognuno ha il suo tassello per comporre un puzzle che parla di dissolutezza, stravizi, follia, assurdità e più in generale della voglia di vivere, di fare esperimenti, di ricacciare ogni inibizione da parte della Capitale e del suo popolo. La notte è solo il negativo della fotografia dell'Urbe durante il giorno: una città ricolma di contraddizioni e di eccessi, di Storia e di arte, ma anche di miseria e di arte d'arrangiarsi, di incontri fortuiti che possono rivelare nuovi scenari del tutto inediti. La città del clero, della politica, del cinema: tutti elementi che la notte, ben lungi dallo scomparire, si fondono assieme e danno vita a qualche cosa di affascinante e fors'anche morboso. Un'ora e mezza di durata, produzione Rai; la narrazione ondivaga è il miglior pregio e il peggior difetto di Roma, santa e dannata (da una frase di Luxuria, che però al posto di dannata utilizza il termine 'puttana'). 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta