Regia di John Ford vedi scheda film
Terzo e ultimo capitolo della trilogia militare di John Ford (e dunque preceduto da "Il massacro di Fort Apache" e "I cavalieri del Nord Ovest") "Rio Bravo" continua a mantenere al centro della storia tutti gli elementi cardine, i topoi del suo cinema con una sola piccolissima e marginale variazione, quella di aver spostato più verso il "confine sud" il teatro dell'azione.
Si ritrovano dunque dentro, riconoscibilissimi, i temi del dovere, dell'amicizia e dell'amore.
Considerato in genere dalla critica più esigente il film più debole della trilogia (un giudizio che spinse Ford ad abbandonare il genere western per alcuni anni e al quale fece poi ritorno solo nel 1956 con lo straordinario "Sentieri selvaggi") rivisto oggi si conferma un grande affresco assolutamente degno della fama di un regista anche qui capace come al solito di tratteggiare una vasta gamma di personaggi minori funzionali alla narrazione e molto originali.
Non sarà insomma uno dei vertici assoluti della sua cinematografia, ma resta un western godibilmente movimentato (e a mio parere molto sottovalutato) col quale Ford continua a focalizzare il suo interesse sul ruolo non sempre "cristallino" dell'esercito americano nella guerra contro il popolo indinao (non ancora riabilitato).
Siamo nel film nell'anno 1880. Dopo sedici anni di separazione, il colonnello Yorke rivede la moglie , arrivata per riscattare il contratto di arruolamento del figlio Trevis che si è arruolato da poco nell'esercito dopo essere stato bocciato all'Accademia Militare e che la sorte ha fatto finire sotto il comando di suo padre.
Insieme ad altri soldati, il giovane è stato assegnato a un reparto di cavalleria dislocato presso il confine con il Messico, sulle rive del Rio Bravo.
Il compito del drappello, è quello di attraversare il fiume per attaccare un gruppo di Apache che si è rifugiato al di là del confine dopo aver aggredito e depredato la popolazione stanziale.
L'impresa è particolarmente delicata poichè il colonnello agisce di sua iniziativa e senza l'approvazione effettiva dei suoi superiori e quindi se le cose dovessero andare male, saràlui a dover pagare il fio.
Seguono scontri e peripezie con gli indiani in rivolta che assalgono una carovana e rapiscono donne e bambini.
Ma sarà prprio il colonnello a risolvere la situazione (il consueto arrivo della cavalleria "salvifica") e a rimettere le cose a posto (come da prassi narrativa di quelgi anni).
Tutto dunque finisce in gloria e la festa finale al forte sancisce il trionfo militare e personale di Yorke, che si riconcilia anche con il figlio e con la moglie.
Da ricordare l'interessante colonna sonora fatta di buona musica e di orecchiabili canzoni.
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