Regia di John Landis vedi scheda film
Inaugurato da una frase, letta da uno speaker, che non lascia adito a dubbi («Nel pop corn che state mangiando, ci hanno pisciato»), il secondo lungometraggio di Landis, Ridere per ridere, è una sequela abbastanza slegata di episodi, tenuti insieme dal filo conduttore dello show business (si tratta di telegiornali, trailer, telefilm, o documentari, naturalmente messi in parodia), di uno spirito dissacrante e dell'umorismo demenziale. Anzi, forse Ridere per ridere è proprio uno dei primissimi esempi di deliberato e dichiarato umorismo demenziale applicato ai meccanismi dello spettacolo cinetelevisivo, che accompagna il nonsense alla Groucho Marx alla logica di Perry Mason, l’erotismo alla Russ Meyer al documentario in stile Piero Angela, la filosofia geometrica del film di kung fu alle straccionate della blaxploitation e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo nasce dalle menti per fortuna malate dei fratelli David e Jerry Zucker, di Jim Abrahams che incontrano un regista predisposto alle loro idee come John Landis. Un film disorganico e divertente. Gli episodi migliori, a mio parere, sono Courtroom e Cleopatra Schwartz.
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