Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
Il primo lungometraggio di Theo Angelopoulos è un'opera certamente interessante, ma ancora legata a una messa in scena non del tutto personale. Forti sono i richiami ai "maestri" del regista greco: su tutti Antonioni (Cronaca di un amore), ma anche Pasolini e Bertolucci (La commare secca).
Il film si contraddistigue per il largo uso di tecniche tipiche della modernità europea (tempi morti, uso del fuori campo), e, in particolare, della tematica antonioniana dell'indagine a vuoto (L'avventura).
La critica sociale nei confronti della Grecia è comunque già pungente: dalle immagini di Anaparastasi il ritratto è quello di un paese arretrato, violento e ignorante. Un preludio del dramma storico che il regista illustrerà meglio nella sua celebre trilogia.
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