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Dear Santa

Regia di Bobby Farrelly vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Dear Santa

di Souther78
1 stelle

Opera che si fatica ad attribuire ai fratelli Farrelly, dovendoci domandare obbligatoriamente se sia solo materiale per pagare bollette, o meschina propaganda massonica e (quindi) pedosatanista. Sta di fatto che, a parte sdoganare Lucifero a uso dei minori, e il segno delle corna (notoriamente usato dai massoni per distinguersi) non avanza nulla.

 
A bruciapelo? Mai visto film dei Farrelly Bros. peggiore di questo.
 
Si stenta a comprendere, esattamente, cosa possa essere accaduto ai registi per incappare in una simile batosta autoriale: sta di fatto che non si riesce a rinvenire alcun riferimento al loro cinema antecedente. 
 
La rassegna dei punti deboli di Dear Santa è impietosa e dannatamente lunga: si va da attori veramente poco cinegenici, a una sceneggiatura fiacchissima e scontatissima, a dialoghi mediocri, a un montaggio barcollante, a una regia sciapa e avvilente. Il problema, in sintesi, è che... non si ride. Qui potrebbe esaurirsi la critica, ma non sarebbe sufficiente. Sembra che gli interpreti siano stati scelti per la loro inespressività: su tutti spicca il padre del protagonista, che tutto sembrerebbe fuorchè un attore. Perfino Jack Black, invecchiato e appesantito, pur restando - ovviamente - l'unica attrattiva della farsa, non gliela fa proprio (più): fare le corna ogni 2 secondi di inquadratura, dopo 10 secondi ha già annoiato.
 
Come se non bastasse, il doppiaggio italiano appesantisce il tutto, togliendo perfino quel velo di ilarità che nei dialoghi originali possiamo figurarci (ad esempio nelle formule di saluto d'altri tempi).
 
Alcune gag sono talmente squallide da non potersi veramente mettere in relazione con gli autori. Forse che abbiano esternalizzato la sceneggiatura in Cina? Il teatrino dello psicologo infantile è patetico, per esempio. L'aggiunta di quello pseudo-cantante come guest-star ad allungare il brodo, trasformando il film in una specie di videoclip, sembra proprio suggerire che l'opera sia raffazzonata e allestita in quattro e quattr'otto, per presentare il conto. L'inserimento di Ben Stiller nei panni del Diavolo sta come un cavolo a merenda, anche in considerazione del fatto che nulla di tutto ciò che dice in quei panni suscita la sia pur minima ilarità.
 
Alla fine, viene lecito domandarsi quanto questo film possa essere genuino, quanto possa essere un metodo per pagare le bollette agli autori, e quanto, soprattutto, possa essere l'ennesima opera subliminale (si fa per dire) di suggestione delle masse. Partendo dalla consapevolezza (che curiosamente la stragrande maggioranza dei patiti di cinema pare però ignorare) che Hollywood sia in mano a e popolata di pedosatanisti massoni, che realmente venerano Lucifero (tranquilli, non quello della favoletta cristiana, ma comunque dotato di corna), come ben si può vedere anche dai numerosissimi "potenti" della Terra, a partire dal noto massone Berlusconi, e dal loro inspiegabile "fare le corna"... non occorre molto sforzo di fantasia per rendersi conto che il tutto mira a convincere i più piccoli della bontà di Lucifero. E, si sa, da cosa nasce cosa... Tutto ciò, poi, senza considerare la spudorata propaganda di cellulari e tablet per bambini, come strumento di comunicazione naturale. Notare bene anche il gesto molto intelligente del bimbo che si mette nella tasca davanti il cellulare: come dire... sterilizziamoli prima ancora della pubertà.
 
Niente... non si può proprio salvare niente di questa bestialità (è proprio il caso di dirlo!).
Soltanto l'idea di partenza pareva poter ingranare, ma l'aver reso protagonista effettivo un moccioso impacciato, l'aver sottratto qualsiasi tipo di comicità politicamente scorretta, l'aver perso il dono di comprendere cosa sia divertente e cosa no... massacrano quell'idea di partenza, trasformando il film in un.... inferno!
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